E' da un paio di giorni che ho un pò di tempo libero,così cazzeggiando sulla rete sono ripassato dai forum a dare un'occhiata...magari i magici utenti mi stimolavano a scrivere la terza puntata,anche per togliere il numero 2,che mi da un senso di incompiuto,di non completo.
Beh!L'intento è miseramente fallito per colpa mia...non riesco proprio più a leggerle le cacate che scrivono;
una volta mi divertivo e mi sganasciavo di fronte a tanta idiozia,ma adesso mi annoio;
io mi sono certamente involuto,però un pò è anche colpa loro:
le discussione sono rare,pochissimi utenti,pochissime risposte,massimo 20 o 30 se proprio si parla di qi e fang song e possiamo arrivare a 50 o 60 se aggiungiamo un pò di zhong ding e jin lu.
Mi pare di capire,ma potrei sbagliarmi,visto che tiro le conclusioni basandomi solo sulla lettura dei primi commenti(colpa della noia di cui sopra)che al momento i praticanti,divisi sempre in due categorie principali,i Warriors e i Dreamers,stiano subendo delle mutazioni non indifferenti.
I Warriors hanno scoperto altre arti marziali,quasi tutti sono ora esperti di bjj o grappling,padroneggiano alla grandissima armbar e mata-leao,stentano un pò di più nel triangolo,ma a leggere i discorsi penso che siano tutti in procinto di prendere la nera;
i Warriors più evoluti praticano anche la boxe e sconfinano,ma poco ,nelle MMA.
Per i Warriors niente più intransigenza verso l'apprendimento di altre tecniche,nessuna paura di sporcare il loro TJQ con Arti Marziali inferiori,ma anzi un'apertura totale e incondizionata;
mi sento perciò di dare un bel +1 ai Warriors,che ovviamente portano poi la loro conoscenza in queste AM inferiori nel TJQ raggiungendo livelli di capacità combattiva impressionanti.
Discorso diverso per i Dreamers che accusano la mutazione dei Warriors.
Rimangono ben saldi sui loro principi,meraviglioso esempio di radicamento,parlano sempre di cose tipo:
-Non stai più respirando, le forme respirano
-Non c'è più affaticamento[...cut...]ho fatto una corsa in salita, e non solo non sentivo fatica, non solo
non avevo il fiatone, ma essenzialmente non riuscivo a sentire il mio
respiro affatto, ne a orecchio ne a sensazione ...
-Quando ho ottenuto di affondare il qi 5-6 anni fa, non ho dormito per 2-3 giorni
Manca però l'enfasi,l'ardore,la veemenza di una volta,manca la foga dei bei tempi,come se non credessero più di avere questi poteri:in poche parole manca convinzione!
Basta solo una piccola obiezione da parte di qualcuno e subito abbandonano la discussione,non insistono,non spiegano,non combattono...hanno perso la fede.
Ai Dreamers dovrei dare un -1,ma ho visto che sono stati abbandonati a loro stessi;
i vecchi utenti che li supportavano con dati e date non scrivono più,i giornalisti esperti di TJQ si sono ritirati,forse hanno dovuto iniziare a lavorare e non hanno più tempo,i grandi maestri rintanati nelle loro scuole non aiutano più,e allora un bel +1 di incoraggiamento anche a loro.
Già,quelli(moltissimi)che non scrivono più...cosa è accaduto?
Hanno perso la fede anche loro?
Non posso saperlo...quello che so è che a parecchi la fede l'abbiamo tolta noi,e di questo sinceramente mi dispiaccio:
giuro non l'abbiamo fatto apposta,è stato il destino,non avete ascoltato il cervello rettiliano che vi diceva:
NON ANDARE da loro,lasciali perdere quelli,tanto non fanno TJQ ...e invece siete voluti venire e ora visto?
S'è rotto il giocattolino.
In questo i Warriors sono più intelligenti...promettono,accennano,ma poi scompaiono come nebbia al sole...il loro cervello rettiliano sembra funzioni molto meglio.
Si sa mai che poi le cose non funzionino come sembrava,i pugni potrebbero fare male,nelle spinte si potrebbe scoprire che ci vuole forza ,il peng jin non è quel che si pensava,e sung e fajin potrebbero restare lettera morta..per non pensare che si potrebbe finire schiena a terra e demolire molte convinzioni...molto meglio evitare...tanto non è TJQ ;)
giovedì 4 dicembre 2014
martedì 25 novembre 2014
HAKUHO 32
Era già nella storia del SUMO,con la vittoria nel torneo di novembre entra nella leggenda.
32 vittorie(per adesso),raggiunge TAIHO,nessuno sopra di loro;
solo il mitico CHIYONOFUJI resta vicino con i suoi 31 tornei vinti,gli altri tutti staccati.
Se è vero che il SUMO di oggi non ha i "mostri" di una volta,come terzo YOKOZUNA troviamo Kakuryu che paga un 34-4 allo stesso Hakuho negli scontri diretti,ed ha all'attivo una sola vittoria,quella di Marzo a Osaka,è altrettanto vero che le sue vittorie cominciano in piena era Asashoryu,quando il 68° YOKOZUNA sembrava inarrestabile e lanciato verso quel record che invece è adesso nelle mani del suo più acerrimo e agguerrito rivale.
Certo se Asashoryu non si fosse fatto buttare fuori dal SUMO,forse il record sarebbe stato irraggiugibile per Hakuho,e probabilmente per entrambi,ma le intemperanze caratteriali dell'uno non possono ricadere sull'altro ed offuscarne le gesta:
sicuramente con Asashoryu nel cerchio avremmo visto un SUMO di altro livello,ma tant'è,così hanno girato le carte.
Resta uno YOKOZUNA che,dopo un 2012 pieno di difficoltà,a vedere bene più psicologiche che fisiche,con un Harumafuji in super-forma,ha saputo ritrovare la voglia e la forza per tornare ad essere la vera stella del SUMO,rimettendo al suo posto il pupillo di Asashoryu,portando a 30-18 lo score totale degli scontri diretti tra i due YOKOZUNA.
Nel 2013 e nel 2014 lascia solo le briciole agli avversari,vincendo 9 tornei su 12,16 sconfitte su 180 incontri,due tornei vinti per 15-0 e cinque per 14-1,beh!non credo ci sia altro da aggiungere...
Di tutti è quello che esprime il SUMO più spettacolare,i colpi più entusiasmanti;
quando entra nel Dohyo,quando mette piede su quella terra chiusa in un cerchio,quando alza lo sguardo,gli avversari ne sentono la potenza,la forza.
Non ha una tecnica preferita,ma anzi presenta uno stile di lotta semplice ed essenziale;
nonostante la potenza del suo fisico,più che nel gioco di forza è abilissimo nello sfruttare i cedimenti degli avversari,nello squilibrare e poi atterrare.
Purtroppo la federazione ha oscurato quasi tutti i canali,figuriamoci se poteva andare diversamente,dove era possibile vedere i singoli match,ne è rimasto qualcuno sul tubo dove ci sono sintesi dei tornei,per cui non posso postare i video di questo mostro sacro del SUMO.
P.S.
Posto due video,uno sulla la vittoria contro Harumafuji e uno sulle sue 32 vittorie...
Nel primo video guardate gli ultimi 2 minuti dove le riprese sono al rallentatore...e dove si capisce meglio cosa succede quando si scontrano nel tachi-ai!!!
Un grazie a Jason per questi video
32 vittorie(per adesso),raggiunge TAIHO,nessuno sopra di loro;
solo il mitico CHIYONOFUJI resta vicino con i suoi 31 tornei vinti,gli altri tutti staccati.
Se è vero che il SUMO di oggi non ha i "mostri" di una volta,come terzo YOKOZUNA troviamo Kakuryu che paga un 34-4 allo stesso Hakuho negli scontri diretti,ed ha all'attivo una sola vittoria,quella di Marzo a Osaka,è altrettanto vero che le sue vittorie cominciano in piena era Asashoryu,quando il 68° YOKOZUNA sembrava inarrestabile e lanciato verso quel record che invece è adesso nelle mani del suo più acerrimo e agguerrito rivale.
Certo se Asashoryu non si fosse fatto buttare fuori dal SUMO,forse il record sarebbe stato irraggiugibile per Hakuho,e probabilmente per entrambi,ma le intemperanze caratteriali dell'uno non possono ricadere sull'altro ed offuscarne le gesta:
sicuramente con Asashoryu nel cerchio avremmo visto un SUMO di altro livello,ma tant'è,così hanno girato le carte.
Resta uno YOKOZUNA che,dopo un 2012 pieno di difficoltà,a vedere bene più psicologiche che fisiche,con un Harumafuji in super-forma,ha saputo ritrovare la voglia e la forza per tornare ad essere la vera stella del SUMO,rimettendo al suo posto il pupillo di Asashoryu,portando a 30-18 lo score totale degli scontri diretti tra i due YOKOZUNA.
Nel 2013 e nel 2014 lascia solo le briciole agli avversari,vincendo 9 tornei su 12,16 sconfitte su 180 incontri,due tornei vinti per 15-0 e cinque per 14-1,beh!non credo ci sia altro da aggiungere...
Di tutti è quello che esprime il SUMO più spettacolare,i colpi più entusiasmanti;
quando entra nel Dohyo,quando mette piede su quella terra chiusa in un cerchio,quando alza lo sguardo,gli avversari ne sentono la potenza,la forza.
Non ha una tecnica preferita,ma anzi presenta uno stile di lotta semplice ed essenziale;
nonostante la potenza del suo fisico,più che nel gioco di forza è abilissimo nello sfruttare i cedimenti degli avversari,nello squilibrare e poi atterrare.
Purtroppo la federazione ha oscurato quasi tutti i canali,figuriamoci se poteva andare diversamente,dove era possibile vedere i singoli match,ne è rimasto qualcuno sul tubo dove ci sono sintesi dei tornei,per cui non posso postare i video di questo mostro sacro del SUMO.
P.S.
Posto due video,uno sulla la vittoria contro Harumafuji e uno sulle sue 32 vittorie...
Nel primo video guardate gli ultimi 2 minuti dove le riprese sono al rallentatore...e dove si capisce meglio cosa succede quando si scontrano nel tachi-ai!!!
Un grazie a Jason per questi video
giovedì 23 ottobre 2014
martedì 9 settembre 2014
venerdì 1 agosto 2014
ESTATE 2014
Due foto per ricordare un'estate ricca di soddisfazioni.
Nessun sifu,nessuno guru,nessun Maestro più o meno grande,nessun sensei...
Nessun padreterno che spinge con un dito,nessun pigiamino colorato e luccicante,nessuno radicato come un albero,nessuno così bravo da non potersi misurare con noi poveri mortali per evitare uccisioni e omicidi.
Niente Dim Mack,niente fajin,niente pengjin...
Nessuna fantasiosa applicazione di forme,nessuna pedata al pavimento,nessun "tu fai così,almeno io faccio cosà",nessun "to much power",nessun "sono 80 kg,ma tutti di midollo",nessuna vera Via.
Solo cinture nere,marroni,blu,solo judoka,pugili e agonisti di MMA,campioni italiani di grappling e di BJJ.
Solo tante persone abituate a "sporcarsi" le mani sul tatami,in gabbia o sul ring,abituate al sudore e alla fatica,tante persone abituate al "dài proviamo".
Cos'altro posso dire se non grazie?
Grazie a Lorenzo,che in 2 mesi ha portato più gente in palestra di quanta ne porterò mai io in 20 anni,
Grazie a Davide che mi sta insegnando il Judo con una pazienza e una passione che mi onorano
Grazie al grande Gianluca,più tosto di un chiodo da bara,in qualsiasi situazione di lotta si trovi
Grazie al piccolo(solo per età) Federico,mr.75 di jackknife!!!!!!!!!!!!!!!!!
Grazie a Gianluca,alla sua bravura e al suo"cuore" fuori dal comune
Grazie ad Alan ed al suo gruppo,Riccardo &Co.,che mi hanno omaggiato della loro presenza...e della loro prestanza!!!
Grazie a Lucia,ai suoi consigli sullo Yoga,alla sua volontà e alla sua tenacia nella pratica
Sentirsi dire da un liberista,al termine dell'allenamento: "minchia questo lavoro è duro" non ha prezzo,e quindi :
grazie anche a noi,Fabio,Albi,Usque e me,che abbiamo fatto conoscere il TaiJiQuan a persone speciali prima che ad atleti di primissimo livello.
Nessun sifu,nessuno guru,nessun Maestro più o meno grande,nessun sensei...
Nessun padreterno che spinge con un dito,nessun pigiamino colorato e luccicante,nessuno radicato come un albero,nessuno così bravo da non potersi misurare con noi poveri mortali per evitare uccisioni e omicidi.
Niente Dim Mack,niente fajin,niente pengjin...
Nessuna fantasiosa applicazione di forme,nessuna pedata al pavimento,nessun "tu fai così,almeno io faccio cosà",nessun "to much power",nessun "sono 80 kg,ma tutti di midollo",nessuna vera Via.
Solo tante persone abituate a "sporcarsi" le mani sul tatami,in gabbia o sul ring,abituate al sudore e alla fatica,tante persone abituate al "dài proviamo".
Cos'altro posso dire se non grazie?
Grazie a Lorenzo,che in 2 mesi ha portato più gente in palestra di quanta ne porterò mai io in 20 anni,
Grazie a Davide che mi sta insegnando il Judo con una pazienza e una passione che mi onorano
Grazie al grande Gianluca,più tosto di un chiodo da bara,in qualsiasi situazione di lotta si trovi
Grazie al piccolo(solo per età) Federico,mr.75 di jackknife!!!!!!!!!!!!!!!!!
Grazie a Gianluca,alla sua bravura e al suo"cuore" fuori dal comune
Grazie ad Alan ed al suo gruppo,Riccardo &Co.,che mi hanno omaggiato della loro presenza...e della loro prestanza!!!
Grazie a Lucia,ai suoi consigli sullo Yoga,alla sua volontà e alla sua tenacia nella pratica
Sentirsi dire da un liberista,al termine dell'allenamento: "minchia questo lavoro è duro" non ha prezzo,e quindi :
grazie anche a noi,Fabio,Albi,Usque e me,che abbiamo fatto conoscere il TaiJiQuan a persone speciali prima che ad atleti di primissimo livello.
mercoledì 16 luglio 2014
AKEBONO e TAKANOHANA, l'immagine del SUMO anni '90
A proposito delle storiche rivalità nel mondo della lotta e delle AM in generale,in questi due video si raccontano gli scontri,spesso epici,tra due mostri sacri del sumo ANNI'90,Akebono e Takanohana.
La potenza devastante dell'Hawaiano contro la tecnica e l'intelligenza di uno degli ultimi grandi giapponesi del SUMO.
Nel primo video gli incontri durante l'ascesa di Takanohana in divisione Makuuchi con Akebono già al rango di Yokozuna.
In questo secondo video i match dopo che Takanohana divenne il 65°YOKOZUNA della storia del SUMO Come sempre nelle rivalità sportive,i due erano tanto "nemici" nel Dohyo quanto amici e rispettosi l'uno dell'altro fuori dal cerchio di lotta.
In questo secondo video i match dopo che Takanohana divenne il 65°YOKOZUNA della storia del SUMO Come sempre nelle rivalità sportive,i due erano tanto "nemici" nel Dohyo quanto amici e rispettosi l'uno dell'altro fuori dal cerchio di lotta.
mercoledì 11 giugno 2014
LA SERA DI UNA LA LUNGA ESTATE CALDA...
OREGON SCIENTIFIC INTERNO PALESTRA:
Lun 09 22:00 Sereno Temp. 32.4°C T.Perc.41.9°C Calma di vento
ROUND DA 3'
Lun 09 22:00 Sereno Temp. 32.4°C T.Perc.41.9°C Calma di vento
ROUND DA 3'
lunedì 9 giugno 2014
martedì 3 giugno 2014
TUISHOU.
Ma alla fine,cos'è questo tuishou?
Mah!
A leggere wikipedia è una introduzione alla pratica marziale,una tecnica del tjq,un esercizio la cui finalità non è "vincere" ma sviluppare coordinamento, fermezza ecc.ecc...
Come diceva quel calciatore,"sono pienamente d'accordo a metà" con wikipedia,perchè poi mi saltano fuori dicendo:
Il tui shou consente anche di dar vita a gare competitive tra atleti.
Ma come,se l'obiettivo non è vincere come fai a farne una gara?
Una gara dove non c'è l'obiettivo di vincere?
Mah!!!
Siamo ancora all'equivoco di de Coubertin?
A volte mi pare di essere l'unico che ha capito cosa volesse dire col suo famoso "motto" .
Forse perchè ne è passato alla storia solo il primo pezzo.
Comunque tuishou è un esercizio, o meglio una serie di esercizi,che qualche (benedetto)padreterno del TJQ ha inventato,codificato,sviluppato per dare agli studenti una via per contribuire a costruire quelle qualità che consentono di diventare un buon lottatore.
Non è gara,non è competizione,non è lotta,non è vincere.
Non è neanche sensibilità,rilassatezza,divertimento.
Non è un gioco,non è libero(se non a livelli stratosferici).
Tuishou è principalmente:forza.
Forza mentale,forza fisica,potenza,energia...
Tuishou è:
regole precise,fatica,sudore,imprecazioni,crollo fisico e mentale;
è costruzione del corpo,forza,potenza,muscoli,ossa,tendini e,una volta acquisite queste qualità e potenziati al massimo questi organi...finalmente:SENSIBILITA'.
Senza queste cose la sensibilità,mi riferisco alla sensibilità del lottatore non a quella(pur apprezzabile)della dolce fanciulla che accarezza un delicato fiore, non esiste,è un miraggio,un'illusione.
La sensibilità è come una perla che è sotto un fondale di 100m...
per raggiungerla prima dobbiamo imparare a nuotare;
poi imparare ad andare un pochino sott'acqua senza spaventarci;
poi dobbiamo costruire un corpo che ci possa portare ad immergerci fino a una profondità di 100 m.....poi (forse)troveremo la sensibilità.
Quindi,se praticate tuishou rilassandovi...magari come la forma... beh! ragazzi,datevi una sveglia perchè farete davvero poca strada.
Mah!
A leggere wikipedia è una introduzione alla pratica marziale,una tecnica del tjq,un esercizio la cui finalità non è "vincere" ma sviluppare coordinamento, fermezza ecc.ecc...
Come diceva quel calciatore,"sono pienamente d'accordo a metà" con wikipedia,perchè poi mi saltano fuori dicendo:
Il tui shou consente anche di dar vita a gare competitive tra atleti.
Ma come,se l'obiettivo non è vincere come fai a farne una gara?
Una gara dove non c'è l'obiettivo di vincere?
Mah!!!
Siamo ancora all'equivoco di de Coubertin?
A volte mi pare di essere l'unico che ha capito cosa volesse dire col suo famoso "motto" .
Forse perchè ne è passato alla storia solo il primo pezzo.
Comunque tuishou è un esercizio, o meglio una serie di esercizi,che qualche (benedetto)padreterno del TJQ ha inventato,codificato,sviluppato per dare agli studenti una via per contribuire a costruire quelle qualità che consentono di diventare un buon lottatore.
Non è gara,non è competizione,non è lotta,non è vincere.
Non è neanche sensibilità,rilassatezza,divertimento.
Non è un gioco,non è libero(se non a livelli stratosferici).
Tuishou è principalmente:forza.
Forza mentale,forza fisica,potenza,energia...
Tuishou è:
regole precise,fatica,sudore,imprecazioni,crollo fisico e mentale;
è costruzione del corpo,forza,potenza,muscoli,ossa,tendini e,una volta acquisite queste qualità e potenziati al massimo questi organi...finalmente:SENSIBILITA'.
Senza queste cose la sensibilità,mi riferisco alla sensibilità del lottatore non a quella(pur apprezzabile)della dolce fanciulla che accarezza un delicato fiore, non esiste,è un miraggio,un'illusione.
La sensibilità è come una perla che è sotto un fondale di 100m...
per raggiungerla prima dobbiamo imparare a nuotare;
poi imparare ad andare un pochino sott'acqua senza spaventarci;
poi dobbiamo costruire un corpo che ci possa portare ad immergerci fino a una profondità di 100 m.....poi (forse)troveremo la sensibilità.
Quindi,se praticate tuishou rilassandovi...magari come la forma... beh! ragazzi,datevi una sveglia perchè farete davvero poca strada.
giovedì 29 maggio 2014
Judo please!
4 mesi che viaggio con 2 lezioni a settimana di judo.
La decisione di buttarmi nel judo l'ho presa per migliorarmi tecnicamente,visto che il TJQ non è arte che prevede il confronto libero e che quindi è difficile,se non impossibile,scambiare informazioni "reali" con altri praticanti;
Un grazie doveroso quindi a Sensei Davide,nera di livello,per la pazienza e la passione con le quali mi(ci) segue,e un giusto grazie anche a Lorenzo del RioGrappling di SP,per merito del quale abbiamo questa possibilità di lavorare con continuità nel judo,e se anche 4 mesi sono pochini qualche conclusione posso già tirarla.
In un primo momento ho avuto qualche difficoltà di adattamento,perchè il lavoro col Gi è (molto)diverso dal no-Gi,in più togliendo la spinta,che è parte fondamentale nel nostro modo di lottare,cambiano posizioni,movimenti,difese e attacchi,ma più vado avanti più mi si aprono orizzonti nuovi,i punti di contatto tra TJQ e Judo sono davvero tanti.
D'altra parte però dopo i primi tempi in discesa totale,dove tutto era bello e facile,adesso iniziano le magagne...
come nello scolpire una statua,sgrossare è relativamente facile e veloce,ma poi levigare e rifinire costa pazienza,fatica e costanza:
lentezza nel movimento di anche e gamba di richiamo troppo passiva sono le due cose sulle quali devo migliorare e lavorare di più,mentre sulle prese vado meglio.
Migliorato "il tiro" e lo squilibrio,specie col braccio sx.
Nelle tecniche benino "eri seoi nage" ,mentre "o soto gari" ogni volta mi sembra di averla dentro e poi...scompare;
nella sua "semplicità" è mostruosamente complicata e rischiosa,almeno per me.
Improponibile invece al momento "harai goshi".
A terra sono come un bufalo azzoppato,tutta forza e niente cervello...ed il risultato non può che essere chiaro.
Posto il video della prima cosa che ho imparato e di cui sono fiero...OBI
La decisione di buttarmi nel judo l'ho presa per migliorarmi tecnicamente,visto che il TJQ non è arte che prevede il confronto libero e che quindi è difficile,se non impossibile,scambiare informazioni "reali" con altri praticanti;
Un grazie doveroso quindi a Sensei Davide,nera di livello,per la pazienza e la passione con le quali mi(ci) segue,e un giusto grazie anche a Lorenzo del RioGrappling di SP,per merito del quale abbiamo questa possibilità di lavorare con continuità nel judo,e se anche 4 mesi sono pochini qualche conclusione posso già tirarla.
In un primo momento ho avuto qualche difficoltà di adattamento,perchè il lavoro col Gi è (molto)diverso dal no-Gi,in più togliendo la spinta,che è parte fondamentale nel nostro modo di lottare,cambiano posizioni,movimenti,difese e attacchi,ma più vado avanti più mi si aprono orizzonti nuovi,i punti di contatto tra TJQ e Judo sono davvero tanti.
D'altra parte però dopo i primi tempi in discesa totale,dove tutto era bello e facile,adesso iniziano le magagne...
come nello scolpire una statua,sgrossare è relativamente facile e veloce,ma poi levigare e rifinire costa pazienza,fatica e costanza:
lentezza nel movimento di anche e gamba di richiamo troppo passiva sono le due cose sulle quali devo migliorare e lavorare di più,mentre sulle prese vado meglio.
Migliorato "il tiro" e lo squilibrio,specie col braccio sx.
Nelle tecniche benino "eri seoi nage" ,mentre "o soto gari" ogni volta mi sembra di averla dentro e poi...scompare;
nella sua "semplicità" è mostruosamente complicata e rischiosa,almeno per me.
Improponibile invece al momento "harai goshi".
A terra sono come un bufalo azzoppato,tutta forza e niente cervello...ed il risultato non può che essere chiaro.
Posto il video della prima cosa che ho imparato e di cui sono fiero...OBI
29
il grande Hakuho si porta casa il 29° titolo.
A Luglio festeggerà i 7 anni di "regno" sul mondo del Sumo,745 vittorie in Makuuchi non sono cose da tutti...
A Luglio festeggerà i 7 anni di "regno" sul mondo del Sumo,745 vittorie in Makuuchi non sono cose da tutti...
venerdì 23 maggio 2014
Foreman & Alì.
da Boxing Ring Web.
L’immagine è scolpita nella storia dello sport e lo è ancora di più nella settimana in cui Alì viene eletto atleta sportivo del secolo .
In quel 30 ottobre 1974 la fotografia esce dal laboratorio alchemico dello stampatore e viene fissata nell’eternità .
L'arbitro Zack Clayton, è a destra, pochi passi dietro lo challenger al titolo del mondo dei massimi Muhammad Ali che guarda l’ormai ex campione , George Foreman steso al tappeto.
E’ l’epilogo di un avvenimento storico per lo sport del pugilato consumatosi all’ottavo round sul ring di Kinshasa nello Zaire.
Il duello era stato presentato come "Rumble in the Jungle” e mai il titolo di questa storia è stato più appropriato.
Oggi Foreman ritorna con la mente a quella data con una ottica diversa.
Oggi è un uomo che cavalca la maturità e sa bene che ricordare vuol dire esistere, e rivivere con profondità certi episodi significa far apparire un fantasma antico e , perché no, amico della propria esistenza.
-Pensavo che nessuno avrebbe potuto resistermi. Ero gonfio e consapevole della mia forza-
Ha dichiarato Foreman nel corso di una recente intervista telefonica dalla sua casa di Houston.
- Sono andato nello Zaire per distruggere ed invece sono stato punito della mia superbia da un uomo che ha usato più il cervello che i muscoli.
Io ero certo che Ali sarebbe caduto.
E la svolta del match è stata incredibilmente al terzo round quando ho colpito Ali con un uppercut .
Credevo fosse stato abbastanza forte da chiudere il duello.
Sempre mi era accaduto quando riuscivo a piazzare quel colpo.
Ed invece lui accusò ma non crollò.
Io mi buttai addosso a lui per finirlo ma ad un tratto dal nulla… mi sparò addosso una serie di destri e di sinistri che mi sbalordirono.
Come è possibile?? Mi domandavo partii nuovamente all’attacco ma lui riuscì a terminare il round indenne. Ed io avvertivo la prima leggera fatica.
Verso la fine del settimo round Ali continuava a dirmi “sei stanco, lo vedo...hai otto round ancora da fare. Dove pensi di andare??".
Aveva ragione nella ripresa finale partii con rabbia, volevo il ko, chiamai i miei muscoli all’ultimo sforzo... invece arrivò quel destro che chiuse la carriera del primo Foreman.
Ne è nato un altro dopo qualche anno.
Un altro Foreman più simile a quello di oggi.
Tutto questo in fondo lo devo ad Ali.
Per me oggi è come un fratello , siamo vicini.
Ho solo un rimprovero da rivolgermi : dovrei andarlo a trovare più spesso
L’immagine è scolpita nella storia dello sport e lo è ancora di più nella settimana in cui Alì viene eletto atleta sportivo del secolo .
In quel 30 ottobre 1974 la fotografia esce dal laboratorio alchemico dello stampatore e viene fissata nell’eternità .
L'arbitro Zack Clayton, è a destra, pochi passi dietro lo challenger al titolo del mondo dei massimi Muhammad Ali che guarda l’ormai ex campione , George Foreman steso al tappeto.
E’ l’epilogo di un avvenimento storico per lo sport del pugilato consumatosi all’ottavo round sul ring di Kinshasa nello Zaire.
Il duello era stato presentato come "Rumble in the Jungle” e mai il titolo di questa storia è stato più appropriato.
Oggi Foreman ritorna con la mente a quella data con una ottica diversa.
Oggi è un uomo che cavalca la maturità e sa bene che ricordare vuol dire esistere, e rivivere con profondità certi episodi significa far apparire un fantasma antico e , perché no, amico della propria esistenza.
-Pensavo che nessuno avrebbe potuto resistermi. Ero gonfio e consapevole della mia forza-
Ha dichiarato Foreman nel corso di una recente intervista telefonica dalla sua casa di Houston.
- Sono andato nello Zaire per distruggere ed invece sono stato punito della mia superbia da un uomo che ha usato più il cervello che i muscoli.
Io ero certo che Ali sarebbe caduto.
E la svolta del match è stata incredibilmente al terzo round quando ho colpito Ali con un uppercut .
Credevo fosse stato abbastanza forte da chiudere il duello.
Sempre mi era accaduto quando riuscivo a piazzare quel colpo.
Ed invece lui accusò ma non crollò.
Io mi buttai addosso a lui per finirlo ma ad un tratto dal nulla… mi sparò addosso una serie di destri e di sinistri che mi sbalordirono.
Come è possibile?? Mi domandavo partii nuovamente all’attacco ma lui riuscì a terminare il round indenne. Ed io avvertivo la prima leggera fatica.
Verso la fine del settimo round Ali continuava a dirmi “sei stanco, lo vedo...hai otto round ancora da fare. Dove pensi di andare??".
Aveva ragione nella ripresa finale partii con rabbia, volevo il ko, chiamai i miei muscoli all’ultimo sforzo... invece arrivò quel destro che chiuse la carriera del primo Foreman.
Ne è nato un altro dopo qualche anno.
Un altro Foreman più simile a quello di oggi.
Tutto questo in fondo lo devo ad Ali.
Per me oggi è come un fratello , siamo vicini.
Ho solo un rimprovero da rivolgermi : dovrei andarlo a trovare più spesso
martedì 13 maggio 2014
"Possiamo migliorare il nostro cuore e le nostre abilità grazie all'avversario" Yasuhiro Yamashita
Fantastico documentario che,raccontando la rivalità tra due grandissimi del Judo,dipinge un quadro meraviglioso su quella che dovrebbe essere l'essenza dello sport in generale.
Da guardare e riguardare fino ad assorbire lo spirito di questi due giganti.
Da guardare e riguardare fino ad assorbire lo spirito di questi due giganti.
martedì 1 aprile 2014
lunedì 3 febbraio 2014
KImura su Helio Gracie
Il racconto di Kimura,dal suo libro My Judo.
Due mostri,è l'unica cosa che mi viene in mente.
Buona lettura.
Dopo il mio ritorno dalle Hawaii , andai in Brasile per l'invito del San Paolo Shinbun,giornale giapponese di San Paolo).
Il San Paolo Shinbun,che era in quel periodo in crisi finanziaria,mi contattò con l'idea di organizzare manifestazioni di pro wrestling per rilanciare i propri affari.
La durata del contratto fu stabilita in 4 mesi.
Partecipammo io, Yamaguchi,e Kato 5°dan.
Questa manifestazione ebbe un grande successo.
Dovunque andavamo,gli stadi erano super pieni.
Questo rese il Presidente del San Paolo Shinbun,Mizuno, molto felice.
Tanto che quando chiedemmo un aumento di stipendio,triplicò immediatamente il nostro compenso.
In aggiunta alla manifestazione pro wrestling ,nello stesso periodo abbiamo dato lezioni di judo ovunque siamo andati.
Un giorno,Helio Gracie,6 ° dan di judo,ci lanciò una sfida.
La regola della sfida era però diversa da quelle del pro wrestling e del judo.
Il vincitore sarebbe stato decretato solo per sottomissione.
Non importavano nè la qualità e la pulizia delle proiezioni nè per quanto tempo si fosse immobilizzato l'avvversario a terra.
Per primo fu sfidato Kato 5 °dan.
Il gong suonò.
Kato era in buone condizioni e proiettò Helio numerose volte.
Tuttavia,passati 15 minuti ,cominciai a vedere la frustrazione sul volto di Kato.
A causa del tappeto morbido le proiezioni non causavano alcun danno ad Helio.
Dopo mezz'ora era ormai evidente quanto Kato fosse stanco.
Allora il pubblico giapponese cominciò a gridare «Qual è il problema,Kato,vai a terra,non regstare in piedi!". Kato allora proiettò Helio con O-soto-gari,montò su Helio e iniziò Juji - jime.
Il pubblico ruggì con entusiasmo.
Ma,appena guardai con attenzione,vidi che anche Helio stava applicando uno strangolamento dal basso. Stavano cercando di soffocarsi a vicenda.
Questo durò per circa 3 o 4 minuti.
Poi il volto di Kato cominciò a diventare pallido.
Così gridai all'arbitro "Stop ! ",e lui saltò sul ring.
Quando Helio lasciò la presa, Kato crollò sul tappeto a faccia in giù.
Due giorni dopo questo incontro,vidi studenti di Helio camminare lungo la strada della città trasportando una bara.
Gridavano,"il defunto judoka giapponese Kato è in questa bara.E'stato ucciso da Helio.Chiediamo il vostro sostegno al Judo del Maestro Helio Gracie ! "
Dopo questo incontro, la popolarità del nostro spettacolo pro wrestling declinò rapidamente.
I giapponesi che incontravamo per strada mormoravano "Devono essere impostori,per perdere in un modo così patetico."
Helio allora lanciò un'altra sfida,questa volta a Yamaguchi.
Il Presidente del giornale San Paolo,Mizuno si rivolse così:"Signor Yamaguchi,per favore,uccida Helio questa volta ."
Ma Yamaguchi sembrava riluttante ,e chiese: " Fammi pensare per una notte ".
Se si fosse combattuto un incontro di judo con le regole giapponesi,Yamaguchi sarebbe stato superiore ad Helio sia nella lotta in piedi che a terra.
Ma con le regole brasiliane,se anche Helio fosse rimasto inchiodato a terra,tutto quello che avrebbe dovuto fare sarebbe stato mantenere la calma e stare attento a non farsi prendere in un soffocamento o in blocco articolare,e rimanere così fino che fosse scaduto il tempo.
Helio avrebbe potuto lottare per un pareggio in questo modo.
Se avesse adottato questa tattica,sarebbe difficile per Yamaguchi obbligare Helio ad arrendersi.
Allora dissi a Yamaguchi " Non perdere tempo a cercare un piano per sottomettere Helio.Accetterò io la sfida."
Fino al giorno del combattimento,abbiamo continuato con la nostra manifestazione di pro wrestling ogni giorno.
Tre giorni prima dell'incontro,il giornale locale uscì con un grande titolo,scrivendo: " Kimura non è un giapponese.Sembra che sia un cambogiana.Helio non può combattere un falso giapponese. " Io rimasi molto sorpreso nel leggerlo .
Mi precipitai all'Ambasciata del Giappone con il mio passaporto,e ottenni il certificato ufficiale che ero un giapponese. 20.000 persone vennero a vedere l'incontro,tra cui il Presidente del Brasile.
Helio era alto 180 centimetri e pesava 80 kg .
Quando entrai nello stadio,trovai una bara. Chiesi allora cosa fosse. Mi dissero " Questa è per Kimura.l'ha portata qui Helio."
E 'stato così divertente che quasi scoppiai a ridere.
Mentre mi avvicinavo al ring,mi gettarono uova crude . Il gong suonò.
Helio mi afferrò in entrambi i lati e mi attaccò con O-soto-gari e Kouchi- ari. Ma non mi mosse affatto.
Poi venne il mio turno.
lo lanciai in aria con O-uchi-gari, Harai-goshi,Uchimata,Ippon - seoi.
A circa 10 minuti,lo proiettai con O-soto-gari.
Volevo provocargli una commozione cerebrale.
Ma poichè il tappeto era molto morbido la proiezione non ebbe molto impatto su di lui.
Mentre continuavo a proiettarlo,pensavo di un metodo per finirlo. Allora lo proiettai ancora con O - soto - gari.
Appena Helio atterrò,lo attaccai con Kuzure-kami-shiho-gatame.
L'ho tenuto così per 2 o 3 minuti ,e poi ho cercato di soffocarlo dal ventre.
Helio scosse la testa cercando di respirare .
Helio non ne poteva più , così ha cercato di spingere il mio corpo stendendo il suo braccio sinistro.
In quel momento ,afferrai il suo polso sinistro con la mano destra , e torsi il braccio .
Ho applicato Udegarami .
Ho pensato che si arrendesse subito.
Ma Helio non battè la mano sul tappeto .
Non avevo altra scelta che continuare a torcere il braccio. Lo stadio si ammutolì .
L'osso del suo braccio era vicino al punto di rottura .
Infine il suono della rottura dell'osso eccheggiò in tutto lo stadio .
Ma Helio ancora non si arrese .
Il suo braccio sinistro era ormai impotente.
Secondo queste regole non avevo altra scelta che continuare a torcere ancora il braccio.
Girai ancora il braccio sinistro .
Un altro osso si ruppe .
Helio ancora non batteva .
Quando decisi di torcere ancora di più il braccio,gettarono un asciugamano bianco sul ring.
Vinsi per TKO. La mia mano fu sollevata in alto.
I giapponesi che vivevano in Brasile si precipitarono sul ring e mi sollevarono in aria.
Di contro ,Helio aveva il braccio sinistro a penzoloni; sembrava molto triste e dolorante .
Due mostri,è l'unica cosa che mi viene in mente.
Buona lettura.
Dopo il mio ritorno dalle Hawaii , andai in Brasile per l'invito del San Paolo Shinbun,giornale giapponese di San Paolo).
Il San Paolo Shinbun,che era in quel periodo in crisi finanziaria,mi contattò con l'idea di organizzare manifestazioni di pro wrestling per rilanciare i propri affari.
La durata del contratto fu stabilita in 4 mesi.
Partecipammo io, Yamaguchi,e Kato 5°dan.
Questa manifestazione ebbe un grande successo.
Dovunque andavamo,gli stadi erano super pieni.
Questo rese il Presidente del San Paolo Shinbun,Mizuno, molto felice.
Tanto che quando chiedemmo un aumento di stipendio,triplicò immediatamente il nostro compenso.
In aggiunta alla manifestazione pro wrestling ,nello stesso periodo abbiamo dato lezioni di judo ovunque siamo andati.
Un giorno,Helio Gracie,6 ° dan di judo,ci lanciò una sfida.
La regola della sfida era però diversa da quelle del pro wrestling e del judo.
Il vincitore sarebbe stato decretato solo per sottomissione.
Non importavano nè la qualità e la pulizia delle proiezioni nè per quanto tempo si fosse immobilizzato l'avvversario a terra.
Per primo fu sfidato Kato 5 °dan.
Il gong suonò.
Kato era in buone condizioni e proiettò Helio numerose volte.
Tuttavia,passati 15 minuti ,cominciai a vedere la frustrazione sul volto di Kato.
A causa del tappeto morbido le proiezioni non causavano alcun danno ad Helio.
Dopo mezz'ora era ormai evidente quanto Kato fosse stanco.
Allora il pubblico giapponese cominciò a gridare «Qual è il problema,Kato,vai a terra,non regstare in piedi!". Kato allora proiettò Helio con O-soto-gari,montò su Helio e iniziò Juji - jime.
Il pubblico ruggì con entusiasmo.
Ma,appena guardai con attenzione,vidi che anche Helio stava applicando uno strangolamento dal basso. Stavano cercando di soffocarsi a vicenda.
Questo durò per circa 3 o 4 minuti.
Poi il volto di Kato cominciò a diventare pallido.
Così gridai all'arbitro "Stop ! ",e lui saltò sul ring.
Quando Helio lasciò la presa, Kato crollò sul tappeto a faccia in giù.
Due giorni dopo questo incontro,vidi studenti di Helio camminare lungo la strada della città trasportando una bara.
Gridavano,"il defunto judoka giapponese Kato è in questa bara.E'stato ucciso da Helio.Chiediamo il vostro sostegno al Judo del Maestro Helio Gracie ! "
Dopo questo incontro, la popolarità del nostro spettacolo pro wrestling declinò rapidamente.
I giapponesi che incontravamo per strada mormoravano "Devono essere impostori,per perdere in un modo così patetico."
Helio allora lanciò un'altra sfida,questa volta a Yamaguchi.
Il Presidente del giornale San Paolo,Mizuno si rivolse così:"Signor Yamaguchi,per favore,uccida Helio questa volta ."
Ma Yamaguchi sembrava riluttante ,e chiese: " Fammi pensare per una notte ".
Se si fosse combattuto un incontro di judo con le regole giapponesi,Yamaguchi sarebbe stato superiore ad Helio sia nella lotta in piedi che a terra.
Ma con le regole brasiliane,se anche Helio fosse rimasto inchiodato a terra,tutto quello che avrebbe dovuto fare sarebbe stato mantenere la calma e stare attento a non farsi prendere in un soffocamento o in blocco articolare,e rimanere così fino che fosse scaduto il tempo.
Helio avrebbe potuto lottare per un pareggio in questo modo.
Se avesse adottato questa tattica,sarebbe difficile per Yamaguchi obbligare Helio ad arrendersi.
Allora dissi a Yamaguchi " Non perdere tempo a cercare un piano per sottomettere Helio.Accetterò io la sfida."
Fino al giorno del combattimento,abbiamo continuato con la nostra manifestazione di pro wrestling ogni giorno.
Tre giorni prima dell'incontro,il giornale locale uscì con un grande titolo,scrivendo: " Kimura non è un giapponese.Sembra che sia un cambogiana.Helio non può combattere un falso giapponese. " Io rimasi molto sorpreso nel leggerlo .
Mi precipitai all'Ambasciata del Giappone con il mio passaporto,e ottenni il certificato ufficiale che ero un giapponese. 20.000 persone vennero a vedere l'incontro,tra cui il Presidente del Brasile.
Helio era alto 180 centimetri e pesava 80 kg .
Quando entrai nello stadio,trovai una bara. Chiesi allora cosa fosse. Mi dissero " Questa è per Kimura.l'ha portata qui Helio."
E 'stato così divertente che quasi scoppiai a ridere.
Mentre mi avvicinavo al ring,mi gettarono uova crude . Il gong suonò.
Helio mi afferrò in entrambi i lati e mi attaccò con O-soto-gari e Kouchi- ari. Ma non mi mosse affatto.
Poi venne il mio turno.
lo lanciai in aria con O-uchi-gari, Harai-goshi,Uchimata,Ippon - seoi.
A circa 10 minuti,lo proiettai con O-soto-gari.
Volevo provocargli una commozione cerebrale.
Ma poichè il tappeto era molto morbido la proiezione non ebbe molto impatto su di lui.
Mentre continuavo a proiettarlo,pensavo di un metodo per finirlo. Allora lo proiettai ancora con O - soto - gari.
Appena Helio atterrò,lo attaccai con Kuzure-kami-shiho-gatame.
L'ho tenuto così per 2 o 3 minuti ,e poi ho cercato di soffocarlo dal ventre.
Helio scosse la testa cercando di respirare .
Helio non ne poteva più , così ha cercato di spingere il mio corpo stendendo il suo braccio sinistro.
In quel momento ,afferrai il suo polso sinistro con la mano destra , e torsi il braccio .
Ho applicato Udegarami .
Ho pensato che si arrendesse subito.
Ma Helio non battè la mano sul tappeto .
Non avevo altra scelta che continuare a torcere il braccio. Lo stadio si ammutolì .
L'osso del suo braccio era vicino al punto di rottura .
Infine il suono della rottura dell'osso eccheggiò in tutto lo stadio .
Ma Helio ancora non si arrese .
Il suo braccio sinistro era ormai impotente.
Secondo queste regole non avevo altra scelta che continuare a torcere ancora il braccio.
Girai ancora il braccio sinistro .
Un altro osso si ruppe .
Helio ancora non batteva .
Quando decisi di torcere ancora di più il braccio,gettarono un asciugamano bianco sul ring.
Vinsi per TKO. La mia mano fu sollevata in alto.
I giapponesi che vivevano in Brasile si precipitarono sul ring e mi sollevarono in aria.
Di contro ,Helio aveva il braccio sinistro a penzoloni; sembrava molto triste e dolorante .
venerdì 31 gennaio 2014
Helio Gracie su Kimura
Un'intervista al padre del BJJ che avevo letto un pò di anni fa,e che mi è capitato di rileggere.
L'intervista tradotta è presa da "judo-educazione".
Helio Gracie parla dell'epico combattimento con Masahiko Kimura Intervista di Nishi Yoshinori Dal Kakuto Striking Spirit 1 Maggio, 2002 Traduzione in inglese di Yoko Kondo e in italiano di Guido Vais. Questa intervista risale al 1994, subito dopo il III° UFC (terza edizione dell'Ultimate Fighting Championship), ma fu pubblicata in Giappone solo nel maggio 2002.
Nishi Yoshinori partecipò ad un seminario a Charlotte il giorno prima degli Ultimate.
Ciò che rappresentava la novità era proprio il confabulare di Helio Gracie e Nishi.
Quattro giorni dopo, il 15 settembre, Nishi visitò l’Accademia Gracie di Rorion (figlio di Helio) a Los Angeles.
Helio lo attendeva, avendo posticipato il ritorno in Brasile. Nishi prese una lezione privata su suggerimento di Rorion.
Quando fu terminato questo breve allenamento (di un'ora), Helio mostrò a Nishi rare fotografie del suo combattimento leggendario col maestro Masahiko Kimura.
Nishi: Che belle foto! Penso che nemmeno la signora Kimura ne abbia di simili! Beh, secondo quali regole fu condotto questo combattimento? Quelle del "vale-tudo"?
Helio: No, quelle del jiu-jitsu.
Nishi: Quindi non ci furono colpi?
Helio: Esatto. Potevamo fare tutto, meno che tirare pugni e calci. Non c’erano punti né limiti di tempo. Ma dopo che ho lanciato la sfida e ci siamo finalmente incontrati, Kimura sembrò molto sorpreso di vedere come ero piccolo (risata). Ma l'organizzazione mi informò che dovevo prima combattere con un judodoista di nome Kato.
Nishi: Allora hai combattuto con un judoka giapponese prima dell’incontro con Kimura?
Helio: Si, pesava 20 kg più di me ed era di costituzione forte, ma fui in grado di vincere, per buona sorte.
(Kato era tracagnotto più basso di Gracie; temporeggiò qualche minuto, poi proiettò nettamente l'avversario con tsuri-komi-goshi; prese coraggio e si ripeté, lanciandolo contro le corde; infine accettò il combattimento al suolo dove venne strangolato (dal filmato si può immaginare con kata-juji-jime) e rianimato dal kwatsu dell'arbitro. Sia Kato, che Gracie e successivamente Kimura si presentano in judogi; n.d.r.).
Rorion: Mio padre finì Kato con uno strangolamento in meno di sei minuti (vedi foto del match). Quindi Kimura accettò la sfida di mio padre. Ma gli amici si opponevano. In particolare sembra che lo zio Carlos non volesse che Helio combattesse.
Nishi: La gente pensava che Kimura fosse qualcosa di più che una sfida per te, sin da prima?
Helio: Non solo gli amici, ma io stesso pensavo che nessuno al mondo avrebbe potuto battere Kimura (ride). In particolare mio fratello Carlos temeva che non mi sarei arreso. Pensava che sarei stato ferito gravemente. Quindi mi diede il permesso di combattere con Kimura solo dopo aver promesso di arrendermi prima di essere ferito. Rammarico? Non ne provai tanto prima che dopo l’incontro. Per me che all’epoca miravo al jiu-jitsu, la paura era superata dal desiderio di sapere cosa mai avrebbe fatto in combattimento un uomo come Kimura. Avrebbe potuto aprirmi le porte ad un mondo sconosciuto. Ho sentito che anche tu sei un tipo di persona così.
Nishi: Si, lo sono.
Helio sembrava sapere che Nishi aveva combattuto con Rickson.
E poi aveva partecipato a eventi di kickboxing e karate. Si percepiva dalle sue parole che Helio apprezzava la personalità di Nishi.
Nishi: Vorrei chiederti qualche particolare prima di passare alla storia di Kimura. Che stile di jiu-jitsu hai imparato?
Helio: Ricordo vagamente che mio fratello Carlos studiava con Konde Koma (Kosei Maeda) (il 'Conte Koma' è il nome di battaglia di Maeda nell'ambito degli incontri professionistici; n.d.r.) intorno al 1914. Comunque io avevo solo 4 anni all’epoca. A dire la verità non ricordo bene che tipo di tecnica insegnasse Koma. Carlos aprì il dojo a Rio quando aveva 25 anni e io guardavo le tecniche che aveva imparato da Konde Koma. Ma continuavo a pensare come un uomo piccolo e debole come me avrebbe potuto vincere affidandosi alla tecnica.
Rorion: Mio padre era ancora giovane per insegnare. Ma un giorno sostituì lo zio Carlos che era in ritardo. Aveva solo 16 anni, ma la sua capacità di controllare l'avversario col minimo sforzo era abbastanza persuasiva da soddisfare gli studenti. Con la tecnica si combatte per 20 o 30 minuti senza affaticarsi. Dopo quella lezione sembra che lo zio Carlos autorizzò mio padre ad insegnare.
Nishi: Così nacque l'odierno Gracie-jiujitsu, vero? Lo stile che il sig. Carlos imparò da Kosei Maeda era incentrato sul "kata"?
(Maeda aveva lasciato il Giappone per l'America intorno al 1906, l'anno in cui Kano convocò al Butokukai la conferenza sui kata del judo, che certamente erano già abbozzati al Kodokan, ma non definitivi; n.d.r.)
Helio: Non c’erano molte tecniche e la maggior parte si basava sulla potenza (Maeda - vedi la sua foto sul libro di Yokoyama - aveva le fattezze di un ercole; n.d.r.). Ma Konde Koma faceva anche combattimenti reali, quindi nel suo insegnamento rieccheggiava l'esperienza di queste situazioni.
Nishi: Si poteva colpire?
Helio: No.
Kosei Maeda conosciuto col nome di Konde Koma era un judoka che lasciò il Giappone per diffondere il Kodokan-judo nel mondo durante l’era Meiji, e fece combattimenti contro stili diversi in ogni paese (il Kodokan finì per radiarlo dai suoi registri). Ma perché chiamò il suo stile jiu-jitsu e non judo in Brasile? Nishi riteneva che il jiu-jitsu introdotto in Brasile potesse essere una variante del judo. (Maeda passò al professionismo per risolvere la sua vita, perché a quel tempo gli insegnanti di judo erano molto poveri, e forse ebbe qualche rimorso a trascinare il judo, in cui era un rinomato, nel mondo chiacchierato del catch-as-catch-can; forse per questo sentimento di lealtà verso Kano disse sempre che insegnava jiu-jutsu. Ma la tecnica del brazilian-jiujutsu ricorda più il judo del Butokukai che il jiu-jutsu).
Nishi: Il signor Maeda lo chiamò jiu-jitsu e non judo sin dall’inizio?
Helio: Sentivo Konde Koma parlare di jiu-jitsu. In Brasile non conoscevamo nemmeno la parola judo. A quel tempo (quando Konde Koma portò il jiu-jitsu) c’erano molti immigrati giapponesi e i brasiliani erano in buoni rapporti con loro. Ho sentito che spesso aiutavano i giapponesi in molti modi. Quindi penso che ci insegnò il jiu-jitsu tradizionale in segno di riconoscenza (Maeda è ricordato anche come un promotore dell'emigrazione giapponese in Brasile; n.d.r.).
Nishi: Quando il judo arrivò in Brasile non hai avuto l’impressione che fosse simile al jiu-jitsu?
Rorion: Ho la forte impressione che il judo sia uno sport che mira a proiettare l'avversario con forza (il judo del Kodokan trascura la lotta al suolo; n.d.r.). Ma penso che l’arte originaria sia il jiu-jitsu. Quando il Giappone ha perso la seconda guerra mondiale e è stato invaso dagli americani, ha loro insegnato il judo, ma non il jiu-jitsu. Siamo stati fortunati perché abbiamo avuto la possibilità di conoscere il jiu-jitsu prima del judo.
Helio (mostrando approvazione per le parole di Rorion): Non hanno insegnato agli americani il cuore del samurai.
Nishi: Non sembra che il judo vero e proprio vi sia stato mai insegnato. Mi chiedo se Kosei Maeda vi abbia insegnato qualcosa che ha elaborato da solo, chiamandola jiu-jitsu, o se questo stile abbia avuto origine dall'interpretazione di Helio. E’ una cosa che mi interessa molto. E quando ha avuto inizio il "vale-tudo"?
Helio: Quando ho combattuto con un americano del wrestling, che si chiamava Elbert, nel '32, non era vale-tudo, ma un confronto fra stili diversi; avevo 17 anni e lui si riteneva un forte combattente a livello mondiale.
Sembra che Fred Elbert sia arrivato secondo nella categoria dei 95 kg nei campionati mondiali di wrestling 1928 a New York. Questo conferma il racconto di Helio che lo descrive come un gigante di 98 kg; Helio pesava circa 60kg.
Nishi: E il risultato?
Helio (aggrottando le ciglia): Il combattimento cominciò a mezzanotte, e alle 2 del mattino la polizia ci ha fermato.
Rorion: Il combattimento durò 2 ore e 10 minuti. A dire la verità Helio fu fermato dal medico per ferita. E il giorno dopo ha dovuto subire un intervento chirurgico urgente.
Nishi: Sembra…(interrompendosi)… un imprudente...
Helio: Non volevo che si dicesse che avevo abbandonato il combattimento col pretesto dell’intervento del medico. E’ tutto. Comunque mi dispiace di non essere arrivato in fondo.
Nishi: E se il sig. Elbert fosse in buona salute e la sfidasse a riprendere il combattimento oggi?
Helio: Accetteri, sicuramente! (risata). Ma dovrei dargli un vantaggio, perché era assai più anziano di me.
Visto che Helio ha nel combattimento l'attitudine di "vincere o morire", come risulta dalle sue avventure, mi chiedo cosa avvenne quando gettò di sua mano la spugna nel combattimento di Royce, suo figlio, contro Sakabura nel Pride Gran Prix del 2000. Volevo chiederglielo. Ma forse c’era qualcosa di sbagliato nel mio modo di porre la domanda: "Mi dispiace per il risultato di Royce, ma…" e ho dovuto accontentarmi della risposta di Rorion, che faceva da interprete, e disse: "Puoi anche avere l’auto migliore del mondo, ma qualche volta può succederti di sbandare per una foratura. Né Shamrock né Royce hanno perso questa volta" (Helio parla solo portoghese, quindi l’intervista è stata fatta con Rorion a cui le parole di Nishi venivano tradotte in inglese, e poi le traduceva in portoghese per Helio). Comunque ho avuto l’impressione che Helio nutra una grande passione per il combattimento, che manifesta col suo modo di raccontare con parole semplici e chiare, mentre Rorion usa metafore.
Nishi: Sig. Helio, avevi una tecnica favorita al di fuori dal jiu-jitsu?
Helio: Vuoi dire una tecnica di colpi? Ero bravo a tirare calci laterali. Lo facevo a modo mio, cioè colpivo col tallone. Ma non chiedermi di dimostrarlo qui, ora! (ride)
Nishi: No! (ride). Hai detto che lo facevi a modo tuo, ma l’hai preso dal karate?
Helio: Karate? No. Il judo arrivò in Brasile verso il 1950-1960 e il karate più tardi, forse verso il 1970. Quindi non ho avuto l’opportunità di studiarlo. Inoltre quando ho visto il karate per la prima volta, ho pensato che non fosse utile per l’auto-difesa, o l’arte del kakuto (combattimento libero senz'armi; n.d.r.).
Nishi: Beh… quindi pensi che i kakutoka che si basano sui colpi non siano efficaci?
Helio: Di solito non lo sono, o si? Penso che tu lo sappia meglio di me.
Rorion: In un combattimento come Ultimate, tutto ciò che devi fare per togliere efficacia ai colpi è eliminare la distanza. Se ci arrivi, puoi controllare il combattimento.
Nishi: Sono sicuramente uno svantaggio con le regole dell’Ultimate, ma non posso essere d’accordo con voi che sostenete con certezza che non siano utili dal punto di vista dell’auto-difesa, o anche del kakuto. Quindi, quando hai cominciato a combattere coi colpi?
Helio: Non ricordo con chiarezza, ma il jiu-jitsu era considerato qualcosa di orientale, in Brasile, e c’era qualcuno che diceva che poteva battermi in un combattimento da strada, quindi ho accettato di battermi anche con calci e pugni.
Nishi: Incredibile! (ride) Deve essersi pentito amaramente delle sue parole dopo il combattimento. Fu quello l’inizio del vale-tudo?
Helio: Forse è così. Io sono colui che ha iniziato il vale-tudo. Ma non siamo stati noi a chiamarlo in questo modo, è stato un produttore televisivo.
Nishi: Chi è stato?
Helio: Un media-man. Io combattevo contro altri stili per affermare il jiu-jutsu. E vincevo. Il produttore trovava interessanti questi incontri e ha deciso di trasmetterli: il titolo del programma era Vale-Tudo. In seguito la formula diventò l'incontro tra il vincitore di un torneo di jiu-jutsu (dalle cui regole i colpi erano banditi) e un invitato sfidante di un altro stile. Questo programma cominciò nel '60 e diventò molto popolare. Veniva mandato in onda una volta alla settimana.
Nishi: E’ uno dei modelli dell’Ultimate. Comunque sono sorpreso che fosse il nome di un programma televisivo, e che si combattesse il vale-tudo ogni settimana. Che paese incredibile il Brasile!
Helio: Molta gente temeva i pugni. Ma da quando videro gli incontri in TV cominciarono a capire che anche se avevano una loro efficacia potevano essere annullati con tecniche appropriate, e che anche un uomo piccolo come me poteva combattere.
Nishi: Ho iniziato col judo e temevo di prendere pugni. E’ per questo che ho cominciato a studiare i colpi, e continuo a farlo. Sig. Helio, avevi paura di essere colpito dai pugni?
Helio: Se mi tirano un pugno, reagisco e mi cresce il coraggio. Ma sento anche dolore (ride). Quindi ho sviluppato un modo di combattere che evita di prendere pugni.
Nishi: Prima assumi la posizione per evitare i pugni, poi dai pugni al tuo opponente quanto vuoi.
Helio: E’ così (ride)
Nishi: E le proiezioni? Neanche le proiezioni sono efficaci?
Helio: No, possono essere molto efficaci in certi casi. Ho un ricordo intenso della proiezioni spaventose di Kimura. E’ stato impressionante vedere Kimura mettere k.o. l’avversario con una proiezione. Quando fu deciso che avrei combattuto con Kimura stavo attento alle sue proiezioni.
Nishi: Potresti raccontarmi altri dettagli sul combattimento col maestro Kimura?
Helio: Certo! All’inizio ho attentamente cercato di trovare un'apertura, ma sono stato sotto il suo controllo da quando ci siamo avvicinati. Non ho avuto nemmeno il tempo di fare una presa che lo controllasse. Ciò che sono riuscito a fare a mala pena era di evitare la sua piena proiezione mantenendomi rilassato e cercando di deviare una parte della sua potenza, così è successo che mi ha seguito a terra. Mi ha portato a terra e mi ha immediatamente preso in strangolamento. Era difficile resistere. Sentivo che stavo per svenire e mi chiedevo se avessi dovuto battere come avevo promesso a Carlos.
Nishi: ?
Helio: Beh, è una cosa che non ho raccontato a nessuno. Sembra che io sia svenuto mentre pensavo cosa fare (arrendermi o no).
Naturalmente Nishi fu sorpreso a sentire questo. Ma ciò che fece più impressione era lo shock dipinto sul volto di Rorion.
Helio: Se Kimura avesse continuato a strangolarmi sarei morto. Ma visto che non mi arrendevo Kimura lasciò andare lo strangolamento e passò alla tecnica successiva. Una volta libero dallo strangolamento il dolore della leva successiva (ude-garami; n.d.r.) mi ha risvegliato, e ho continuato a resistere. Kimura non ha mai saputo che mi aveva fatto svenire. Se fosse stato possibile mi sarebbe piaciuto ricordare con lui il combattimento e raccontargli questo.
(Succede. Lo scrivente ricorda il combattimento con un altissimo e allampanato marsigliese, allievo di Jean Zin, al Palaghiaccio di Milano, dove quell'avversario applicò kensui-jime sollevando in tachi-waza una gamba attorno al mio collo e poi portandomi al suolo. Svenni due volte e il sig. Ken Noritomo Otani, che arbitrava, lo sapeva bene, ma attendeva il tempo giusto per interrompere l'azione e il movimento mi faceva rinvenire. Vinsi per o-uchi-gari, ma qui la cosa non è pertinente).
Nishi: Lo dirò certamente a sua moglie.
Helio: Grazie. Comunque Kimura era forte… forte e gentiluomo. Mi diceva in giapponese nelle orecchie: "Bene, bene" mentre mi prendeva in leva il braccio. Non capisco quella lingua, ma stranamente la sua voce mi incoraggiava. Mi ha dato forza (ride). Poi gli chiesi spiegazioni. Mi ha risposto: "Stavo ammirando il tuo cuore".
Nishi: Anche Kimura nel suo libro parla del combattimento col sig. Helio, e dice che hai uno spirito molto
forte.
Helio: Anche lui. Penso di avere ricevuto l’autentico spirito del samurai da lui. Forse ero un giapponese in una vita precedente.
Nishi: A proposito, cosa dovrei fare del mio progetto? Sono venuto per fare un incontro con uno dei Gracie, ma nella conversazione col sig. Helio ho toccato il cuore di cui parla il maestro Kimura. Ora ho un maestro di più, sig. Helio. Forse ero un brasiliano in una vita precedente.
Helio: Grazie. Se continui ad allenarti sarai il campione in un torneo di jiu-jitsu in Brasile, di sicuro. Età? Nessun problema. Io ho 82 anni adesso ma le arti marziali sono una ricerca che riguarda la vita intera.
Io non ho nemico.
Faccio della disattenzione il mio nemico.
P.S.
ma che bestia era KIMURA?
Helio Gracie parla dell'epico combattimento con Masahiko Kimura Intervista di Nishi Yoshinori Dal Kakuto Striking Spirit 1 Maggio, 2002 Traduzione in inglese di Yoko Kondo e in italiano di Guido Vais. Questa intervista risale al 1994, subito dopo il III° UFC (terza edizione dell'Ultimate Fighting Championship), ma fu pubblicata in Giappone solo nel maggio 2002.
Nishi Yoshinori partecipò ad un seminario a Charlotte il giorno prima degli Ultimate.
Ciò che rappresentava la novità era proprio il confabulare di Helio Gracie e Nishi.
Quattro giorni dopo, il 15 settembre, Nishi visitò l’Accademia Gracie di Rorion (figlio di Helio) a Los Angeles.
Helio lo attendeva, avendo posticipato il ritorno in Brasile. Nishi prese una lezione privata su suggerimento di Rorion.
Quando fu terminato questo breve allenamento (di un'ora), Helio mostrò a Nishi rare fotografie del suo combattimento leggendario col maestro Masahiko Kimura.
Nishi: Che belle foto! Penso che nemmeno la signora Kimura ne abbia di simili! Beh, secondo quali regole fu condotto questo combattimento? Quelle del "vale-tudo"?
Helio: No, quelle del jiu-jitsu.
Nishi: Quindi non ci furono colpi?
Helio: Esatto. Potevamo fare tutto, meno che tirare pugni e calci. Non c’erano punti né limiti di tempo. Ma dopo che ho lanciato la sfida e ci siamo finalmente incontrati, Kimura sembrò molto sorpreso di vedere come ero piccolo (risata). Ma l'organizzazione mi informò che dovevo prima combattere con un judodoista di nome Kato.
Nishi: Allora hai combattuto con un judoka giapponese prima dell’incontro con Kimura?
Helio: Si, pesava 20 kg più di me ed era di costituzione forte, ma fui in grado di vincere, per buona sorte.
(Kato era tracagnotto più basso di Gracie; temporeggiò qualche minuto, poi proiettò nettamente l'avversario con tsuri-komi-goshi; prese coraggio e si ripeté, lanciandolo contro le corde; infine accettò il combattimento al suolo dove venne strangolato (dal filmato si può immaginare con kata-juji-jime) e rianimato dal kwatsu dell'arbitro. Sia Kato, che Gracie e successivamente Kimura si presentano in judogi; n.d.r.).
Rorion: Mio padre finì Kato con uno strangolamento in meno di sei minuti (vedi foto del match). Quindi Kimura accettò la sfida di mio padre. Ma gli amici si opponevano. In particolare sembra che lo zio Carlos non volesse che Helio combattesse.
Nishi: La gente pensava che Kimura fosse qualcosa di più che una sfida per te, sin da prima?
Helio: Non solo gli amici, ma io stesso pensavo che nessuno al mondo avrebbe potuto battere Kimura (ride). In particolare mio fratello Carlos temeva che non mi sarei arreso. Pensava che sarei stato ferito gravemente. Quindi mi diede il permesso di combattere con Kimura solo dopo aver promesso di arrendermi prima di essere ferito. Rammarico? Non ne provai tanto prima che dopo l’incontro. Per me che all’epoca miravo al jiu-jitsu, la paura era superata dal desiderio di sapere cosa mai avrebbe fatto in combattimento un uomo come Kimura. Avrebbe potuto aprirmi le porte ad un mondo sconosciuto. Ho sentito che anche tu sei un tipo di persona così.
Nishi: Si, lo sono.
Helio sembrava sapere che Nishi aveva combattuto con Rickson.
E poi aveva partecipato a eventi di kickboxing e karate. Si percepiva dalle sue parole che Helio apprezzava la personalità di Nishi.
Nishi: Vorrei chiederti qualche particolare prima di passare alla storia di Kimura. Che stile di jiu-jitsu hai imparato?
Helio: Ricordo vagamente che mio fratello Carlos studiava con Konde Koma (Kosei Maeda) (il 'Conte Koma' è il nome di battaglia di Maeda nell'ambito degli incontri professionistici; n.d.r.) intorno al 1914. Comunque io avevo solo 4 anni all’epoca. A dire la verità non ricordo bene che tipo di tecnica insegnasse Koma. Carlos aprì il dojo a Rio quando aveva 25 anni e io guardavo le tecniche che aveva imparato da Konde Koma. Ma continuavo a pensare come un uomo piccolo e debole come me avrebbe potuto vincere affidandosi alla tecnica.
Rorion: Mio padre era ancora giovane per insegnare. Ma un giorno sostituì lo zio Carlos che era in ritardo. Aveva solo 16 anni, ma la sua capacità di controllare l'avversario col minimo sforzo era abbastanza persuasiva da soddisfare gli studenti. Con la tecnica si combatte per 20 o 30 minuti senza affaticarsi. Dopo quella lezione sembra che lo zio Carlos autorizzò mio padre ad insegnare.
Nishi: Così nacque l'odierno Gracie-jiujitsu, vero? Lo stile che il sig. Carlos imparò da Kosei Maeda era incentrato sul "kata"?
(Maeda aveva lasciato il Giappone per l'America intorno al 1906, l'anno in cui Kano convocò al Butokukai la conferenza sui kata del judo, che certamente erano già abbozzati al Kodokan, ma non definitivi; n.d.r.)
Helio: Non c’erano molte tecniche e la maggior parte si basava sulla potenza (Maeda - vedi la sua foto sul libro di Yokoyama - aveva le fattezze di un ercole; n.d.r.). Ma Konde Koma faceva anche combattimenti reali, quindi nel suo insegnamento rieccheggiava l'esperienza di queste situazioni.
Nishi: Si poteva colpire?
Helio: No.
Kosei Maeda conosciuto col nome di Konde Koma era un judoka che lasciò il Giappone per diffondere il Kodokan-judo nel mondo durante l’era Meiji, e fece combattimenti contro stili diversi in ogni paese (il Kodokan finì per radiarlo dai suoi registri). Ma perché chiamò il suo stile jiu-jitsu e non judo in Brasile? Nishi riteneva che il jiu-jitsu introdotto in Brasile potesse essere una variante del judo. (Maeda passò al professionismo per risolvere la sua vita, perché a quel tempo gli insegnanti di judo erano molto poveri, e forse ebbe qualche rimorso a trascinare il judo, in cui era un rinomato, nel mondo chiacchierato del catch-as-catch-can; forse per questo sentimento di lealtà verso Kano disse sempre che insegnava jiu-jutsu. Ma la tecnica del brazilian-jiujutsu ricorda più il judo del Butokukai che il jiu-jutsu).
Nishi: Il signor Maeda lo chiamò jiu-jitsu e non judo sin dall’inizio?
Helio: Sentivo Konde Koma parlare di jiu-jitsu. In Brasile non conoscevamo nemmeno la parola judo. A quel tempo (quando Konde Koma portò il jiu-jitsu) c’erano molti immigrati giapponesi e i brasiliani erano in buoni rapporti con loro. Ho sentito che spesso aiutavano i giapponesi in molti modi. Quindi penso che ci insegnò il jiu-jitsu tradizionale in segno di riconoscenza (Maeda è ricordato anche come un promotore dell'emigrazione giapponese in Brasile; n.d.r.).
Nishi: Quando il judo arrivò in Brasile non hai avuto l’impressione che fosse simile al jiu-jitsu?
Rorion: Ho la forte impressione che il judo sia uno sport che mira a proiettare l'avversario con forza (il judo del Kodokan trascura la lotta al suolo; n.d.r.). Ma penso che l’arte originaria sia il jiu-jitsu. Quando il Giappone ha perso la seconda guerra mondiale e è stato invaso dagli americani, ha loro insegnato il judo, ma non il jiu-jitsu. Siamo stati fortunati perché abbiamo avuto la possibilità di conoscere il jiu-jitsu prima del judo.
Helio (mostrando approvazione per le parole di Rorion): Non hanno insegnato agli americani il cuore del samurai.
Nishi: Non sembra che il judo vero e proprio vi sia stato mai insegnato. Mi chiedo se Kosei Maeda vi abbia insegnato qualcosa che ha elaborato da solo, chiamandola jiu-jitsu, o se questo stile abbia avuto origine dall'interpretazione di Helio. E’ una cosa che mi interessa molto. E quando ha avuto inizio il "vale-tudo"?
Helio: Quando ho combattuto con un americano del wrestling, che si chiamava Elbert, nel '32, non era vale-tudo, ma un confronto fra stili diversi; avevo 17 anni e lui si riteneva un forte combattente a livello mondiale.
Sembra che Fred Elbert sia arrivato secondo nella categoria dei 95 kg nei campionati mondiali di wrestling 1928 a New York. Questo conferma il racconto di Helio che lo descrive come un gigante di 98 kg; Helio pesava circa 60kg.
Nishi: E il risultato?
Helio (aggrottando le ciglia): Il combattimento cominciò a mezzanotte, e alle 2 del mattino la polizia ci ha fermato.
Rorion: Il combattimento durò 2 ore e 10 minuti. A dire la verità Helio fu fermato dal medico per ferita. E il giorno dopo ha dovuto subire un intervento chirurgico urgente.
Nishi: Sembra…(interrompendosi)… un imprudente...
Helio: Non volevo che si dicesse che avevo abbandonato il combattimento col pretesto dell’intervento del medico. E’ tutto. Comunque mi dispiace di non essere arrivato in fondo.
Nishi: E se il sig. Elbert fosse in buona salute e la sfidasse a riprendere il combattimento oggi?
Helio: Accetteri, sicuramente! (risata). Ma dovrei dargli un vantaggio, perché era assai più anziano di me.
Visto che Helio ha nel combattimento l'attitudine di "vincere o morire", come risulta dalle sue avventure, mi chiedo cosa avvenne quando gettò di sua mano la spugna nel combattimento di Royce, suo figlio, contro Sakabura nel Pride Gran Prix del 2000. Volevo chiederglielo. Ma forse c’era qualcosa di sbagliato nel mio modo di porre la domanda: "Mi dispiace per il risultato di Royce, ma…" e ho dovuto accontentarmi della risposta di Rorion, che faceva da interprete, e disse: "Puoi anche avere l’auto migliore del mondo, ma qualche volta può succederti di sbandare per una foratura. Né Shamrock né Royce hanno perso questa volta" (Helio parla solo portoghese, quindi l’intervista è stata fatta con Rorion a cui le parole di Nishi venivano tradotte in inglese, e poi le traduceva in portoghese per Helio). Comunque ho avuto l’impressione che Helio nutra una grande passione per il combattimento, che manifesta col suo modo di raccontare con parole semplici e chiare, mentre Rorion usa metafore.
Nishi: Sig. Helio, avevi una tecnica favorita al di fuori dal jiu-jitsu?
Helio: Vuoi dire una tecnica di colpi? Ero bravo a tirare calci laterali. Lo facevo a modo mio, cioè colpivo col tallone. Ma non chiedermi di dimostrarlo qui, ora! (ride)
Nishi: No! (ride). Hai detto che lo facevi a modo tuo, ma l’hai preso dal karate?
Helio: Karate? No. Il judo arrivò in Brasile verso il 1950-1960 e il karate più tardi, forse verso il 1970. Quindi non ho avuto l’opportunità di studiarlo. Inoltre quando ho visto il karate per la prima volta, ho pensato che non fosse utile per l’auto-difesa, o l’arte del kakuto (combattimento libero senz'armi; n.d.r.).
Nishi: Beh… quindi pensi che i kakutoka che si basano sui colpi non siano efficaci?
Helio: Di solito non lo sono, o si? Penso che tu lo sappia meglio di me.
Rorion: In un combattimento come Ultimate, tutto ciò che devi fare per togliere efficacia ai colpi è eliminare la distanza. Se ci arrivi, puoi controllare il combattimento.
Nishi: Sono sicuramente uno svantaggio con le regole dell’Ultimate, ma non posso essere d’accordo con voi che sostenete con certezza che non siano utili dal punto di vista dell’auto-difesa, o anche del kakuto. Quindi, quando hai cominciato a combattere coi colpi?
Helio: Non ricordo con chiarezza, ma il jiu-jitsu era considerato qualcosa di orientale, in Brasile, e c’era qualcuno che diceva che poteva battermi in un combattimento da strada, quindi ho accettato di battermi anche con calci e pugni.
Nishi: Incredibile! (ride) Deve essersi pentito amaramente delle sue parole dopo il combattimento. Fu quello l’inizio del vale-tudo?
Helio: Forse è così. Io sono colui che ha iniziato il vale-tudo. Ma non siamo stati noi a chiamarlo in questo modo, è stato un produttore televisivo.
Nishi: Chi è stato?
Helio: Un media-man. Io combattevo contro altri stili per affermare il jiu-jutsu. E vincevo. Il produttore trovava interessanti questi incontri e ha deciso di trasmetterli: il titolo del programma era Vale-Tudo. In seguito la formula diventò l'incontro tra il vincitore di un torneo di jiu-jutsu (dalle cui regole i colpi erano banditi) e un invitato sfidante di un altro stile. Questo programma cominciò nel '60 e diventò molto popolare. Veniva mandato in onda una volta alla settimana.
Nishi: E’ uno dei modelli dell’Ultimate. Comunque sono sorpreso che fosse il nome di un programma televisivo, e che si combattesse il vale-tudo ogni settimana. Che paese incredibile il Brasile!
Helio: Molta gente temeva i pugni. Ma da quando videro gli incontri in TV cominciarono a capire che anche se avevano una loro efficacia potevano essere annullati con tecniche appropriate, e che anche un uomo piccolo come me poteva combattere.
Nishi: Ho iniziato col judo e temevo di prendere pugni. E’ per questo che ho cominciato a studiare i colpi, e continuo a farlo. Sig. Helio, avevi paura di essere colpito dai pugni?
Helio: Se mi tirano un pugno, reagisco e mi cresce il coraggio. Ma sento anche dolore (ride). Quindi ho sviluppato un modo di combattere che evita di prendere pugni.
Nishi: Prima assumi la posizione per evitare i pugni, poi dai pugni al tuo opponente quanto vuoi.
Helio: E’ così (ride)
Nishi: E le proiezioni? Neanche le proiezioni sono efficaci?
Helio: No, possono essere molto efficaci in certi casi. Ho un ricordo intenso della proiezioni spaventose di Kimura. E’ stato impressionante vedere Kimura mettere k.o. l’avversario con una proiezione. Quando fu deciso che avrei combattuto con Kimura stavo attento alle sue proiezioni.
Nishi: Potresti raccontarmi altri dettagli sul combattimento col maestro Kimura?
Helio: Certo! All’inizio ho attentamente cercato di trovare un'apertura, ma sono stato sotto il suo controllo da quando ci siamo avvicinati. Non ho avuto nemmeno il tempo di fare una presa che lo controllasse. Ciò che sono riuscito a fare a mala pena era di evitare la sua piena proiezione mantenendomi rilassato e cercando di deviare una parte della sua potenza, così è successo che mi ha seguito a terra. Mi ha portato a terra e mi ha immediatamente preso in strangolamento. Era difficile resistere. Sentivo che stavo per svenire e mi chiedevo se avessi dovuto battere come avevo promesso a Carlos.
Nishi: ?
Helio: Beh, è una cosa che non ho raccontato a nessuno. Sembra che io sia svenuto mentre pensavo cosa fare (arrendermi o no).
Naturalmente Nishi fu sorpreso a sentire questo. Ma ciò che fece più impressione era lo shock dipinto sul volto di Rorion.
Helio: Se Kimura avesse continuato a strangolarmi sarei morto. Ma visto che non mi arrendevo Kimura lasciò andare lo strangolamento e passò alla tecnica successiva. Una volta libero dallo strangolamento il dolore della leva successiva (ude-garami; n.d.r.) mi ha risvegliato, e ho continuato a resistere. Kimura non ha mai saputo che mi aveva fatto svenire. Se fosse stato possibile mi sarebbe piaciuto ricordare con lui il combattimento e raccontargli questo.
(Succede. Lo scrivente ricorda il combattimento con un altissimo e allampanato marsigliese, allievo di Jean Zin, al Palaghiaccio di Milano, dove quell'avversario applicò kensui-jime sollevando in tachi-waza una gamba attorno al mio collo e poi portandomi al suolo. Svenni due volte e il sig. Ken Noritomo Otani, che arbitrava, lo sapeva bene, ma attendeva il tempo giusto per interrompere l'azione e il movimento mi faceva rinvenire. Vinsi per o-uchi-gari, ma qui la cosa non è pertinente).
Nishi: Lo dirò certamente a sua moglie.
Helio: Grazie. Comunque Kimura era forte… forte e gentiluomo. Mi diceva in giapponese nelle orecchie: "Bene, bene" mentre mi prendeva in leva il braccio. Non capisco quella lingua, ma stranamente la sua voce mi incoraggiava. Mi ha dato forza (ride). Poi gli chiesi spiegazioni. Mi ha risposto: "Stavo ammirando il tuo cuore".
Nishi: Anche Kimura nel suo libro parla del combattimento col sig. Helio, e dice che hai uno spirito molto
forte.
Helio: Anche lui. Penso di avere ricevuto l’autentico spirito del samurai da lui. Forse ero un giapponese in una vita precedente.
Nishi: A proposito, cosa dovrei fare del mio progetto? Sono venuto per fare un incontro con uno dei Gracie, ma nella conversazione col sig. Helio ho toccato il cuore di cui parla il maestro Kimura. Ora ho un maestro di più, sig. Helio. Forse ero un brasiliano in una vita precedente.
Helio: Grazie. Se continui ad allenarti sarai il campione in un torneo di jiu-jitsu in Brasile, di sicuro. Età? Nessun problema. Io ho 82 anni adesso ma le arti marziali sono una ricerca che riguarda la vita intera.
Io non ho nemico.
Faccio della disattenzione il mio nemico.
P.S.
ma che bestia era KIMURA?
Iscriviti a:
Post (Atom)