Cosa dire...le speranze di vedere a breve un secondo Yokozuna salire sul Doyho si sono dapprima incrinate alla 2a giornata,per poi definitivamente sparire dopo la 4a.
Harumafuji crollato sul più bello,Baruto mai vicino seriamente alla vittoria,Kotooshu in crisi totale,addirittura ritirato dopo la 7a giornata e la sesta scofitta,rimane al solito Hakuho,che incassa così il 20°torneo della sua carriera.
Chi esce bene,con un gran torneo alle spalle,sono i due Sekiwake Kotoshogiku e Kisenosato,che si portano a casa anche la bella soddisfazione di aver battuto entrambi Hakuho.
Il torneo inizia con lo Yokozuna che mette subito in chiaro le cose:
11 vittorie consecutive gli permettono di arrivare agli scontri finali con i big in ottima posizione,tanto più che il vincitore di Luglio,Harumafuji,crolla subito e rimedia,nelle prime 7 giornate,ben 4 sconfitte,che lo mettono fuori da ogni possibilità di vittoria.
Kotooshu in crisi e poi ritirato,partono invece bene sia Kotoshogiku che Kisenosato;
rispettivamente con 7 e 8 vittorie consecutive iniziali,a metà torneo rimangono gli unici che appaiono in grado di contendere ad Hakuho la vittoria finale.
Kisenosato abbandonerà il sogno dopo le sconfitte alla 9a,10a,e 11a giornata,rispettivamente con Baruto,Kotoshogiku e Harumafuji,mentre Kotoshogiku rimarrà in lotta fino all'ultima giornata quando,sconfitto da Baruto,vede svanire la possibilità di aggiudicarsi il primo torneo in divisione Makuuchi della sua carriera.
Strano il torneo di Baruto;
parte malissimo con 2 sconfitte in 3 giornate ,poi si riprende,riesce a battere Kisenosato e Harumafuji,poi crolla di nuovo per risorgere ancora e battere all'ultima giornata Kotoshogiku;
termina il torneo con un 10-5 e qualche rimpianto per le sconfitte,evitabilissime, patite nella prima parte del torneo;
non riesce a fare il salto finale e diventare grande tra i grandi...sembra l'Inter di Moratti junior.
vediamo ora qualche video:
Hakuho parte alla grande e distrugge Aran,Homasho,Okinoumi,Wakanosato e Yoshikaze
in 25 secondi scarsi di lotta mette fuori un Komusubi,due Maegashira 1 e due Maegashira 2!!!!!!!!!!!!!!!!!
torniamo tra i terrestri:
alla 2a giornata Harumafuji si fa sorprendere da Okinoumi:
non è facile la vita per chi vuol arrivare al vertice della piramide del Sumo
dopo la sconfitta alla seconda,Harumafuji crolla definitivamente,e questa volta in malo modo,contro Homasho alla 4a...adesso è chiaro che non sarà questo il torneo della sua consacrazione...
qui sotto invece un bellissimo match,uno dei più belli del torneo,con Baruto che,dopo una lotta estenuante,incrina i sogni di gloria di un comunque grande Kisenosato
dopo la sconfitta con Baruto,il duello tra i due Sekiwake più in forma del momento si conclude per Kisenosato con un'altra sconfitta pesante...grande match di Kotoshogiku!!!
Kotoshogiku se la vede con Harumafuji alla 14a...il sogno di vittoria continua...
qui siamo sempre alla 14a giornata,la penultima...Hakuho viene da due sconfitte consecutive,è in testa a pari punti con Kotoshogiku,e se la deve vedere con Baruto...in questo incontro,secondo me,c'è l'essenza non solo del Sumo,ma della lotta in generale...
forza-tecnica-carattere-intelligenza-umiltà:
credo il più bel match del torneo
alla 15a e ultima giornata i due match più importanti:
Hakuho va contro Harumafuji mentre Kotoshogiku affronta Baruto...
con un uwatenage da film Hakuho,grazie alla sconfitta di Kotoshogiku,si porta a casa il 20° torneo della carriera.
ecco Baruto che chiude la porta allla vittoria per il Sekiwake di Fukuoka:
Kotoshogiku, visibilmente nervoso,non regge la pressione e con Baruto certe cose si pagano.
Ho sempre attaccato Baruto per il suo modo passivo di lottare,ma devo ammettere che spingerlo fuori dal cerchio è davvero dura!!!
qui posto le due sconfitte del torneo,con tanto di lancio di cuscini,patite da Hakuho,alla 12a e 13a giornata,che hanno messo in forse la sua vittoria finale.
venerdì 30 settembre 2011
lunedì 19 settembre 2011
HAKUHO
Siamo ormai alla 10 giornata del Torneo di Settembre e la facilità con la quale il grande Hakuho si è sbarazzato finora degli avversari è disarmante.
Il torneo di luglio con la vittoria di Harumafuji sembra lontano un secolo.
Il giapponese che era dato quasi per scontato come prossimo Yokozuna,visto anche che in Giappone non devono essere molto contenti di avere un solo "big",è invece franato clamorosamente in questo torneo di Settembre,di cui pubblicherò a breve i risultati e i video più spettacolari.
Ridimensionato quindi Harumafuji,Kaio ritirato a luglio,Kotooshu in crisi mistica ormai da un mare di tempo,rimane Baruto che però a me non piace proprio,col suo modo di lottare sempre così "statico" e prevedibile;
a tenere alto il Sumo,fuori dalle scene Asashoriu,rimane solo(e sempre)lui,Hakuho.
Figlio di un grande lottatore mongolo,vincitore della prima medaglia olimpica del suo paese,l'argento nella lotta libera a Messico '68,
Hakuho il cui nome è Davaajargal Munkhbat da giovanissimo ha un fisico gracile che lo porta a gareggiare con discreti risultati nel basket e nella corsa veloce;
ma evidentemente nel suo patrimonio genetico c'è la lotta,così all'età di 12 anni,anche sull'onda della popolarità paterna,tenta la via della lotta,e la sua scelta cade sul Giappone e sul Sumo.
Qui,sotto l'ala protettrice di un altro rikishi mongolo di buon livello,Kyokushuzan,che conosce l'abilità del padre,viene presentato a parecchi Oyakata,ovvero coloro che formano i giovani lottatori;
ma nessuno sembra interessato ad occuparsi di un ragazzino mongolo, magro,dal fisico gracile,che non spiccica neppure una parola di giapponese,tanto che, scoraggiato e deluso,Kyokushuzan è ormai deciso a rimandare il giovane in Mongolia.
A questo punto però,all'ultima spiaggia,il mitico Kyokushuzan,che evidentemente già vede nel suo protetto il futuro 69° Yokozuna della storia,approfittando di una cena abbondantemente inaffiata di alcool,riesce a far promettere,al suo ormai sbronzo Oyakata di Oshima,di far entrare nel Sumo il giovane...due giorni dopo Kyokushuzan si presenta,sorridente e fresco come una rosa,a reclamare quanto promesso dal suo Oyakata;
questi inviperito per la situazione e la figura,insulta in tutti i modi il suo rikishi che l'ha raggirato e fregato..ma lui,imperturbabile,non fa altro che ricordare al giapponese che ha fatto una promessa,che ha dato la sua parola...e che sta solo a lui decidere se onorarla o no...
Il giorno dopo,anzichè partire per un mesto ritorno in Mongolia,Davaajargal Munkhbat,entra nella beya Miyagino,per via di favori tra scuole.
Qui,il preparatore,vedendo la sua pelle pallida e ricordandosi per questo del grande Yokozuna Taiho lo chiamerà,d'ora in poi,Hakuho.
La storia della fenice bianca è cominciata.
Sotto la guida spietata dell'Oyakata di Miyagino,Hakuho comincia una crescita che nessuno si sarebbe mai immaginato.
Partendo dai suoi 175cm per 60 Kg a 16 anni,allenandosi come un pazzo,comincia a mettere su peso e muscoli in maniera incredibile.
Nonostante questo grande impegno termina il suo primo torneo nelle divisioni inferiori con un risultato di 3-4.
Siamo nel maggio del 2001...nessuno immagina che 5 anni più tardi,questo giovane lottatore sarà il 238°Ozeki della storia del Sumo.
Nello spazio di 3 anni Hakuho prende 16cm di altezza e 70kg di peso!!!
Insieme ad una potenza impressionante,affina una abilità di lotta superba,fatta di una padronanza fuori del comune delle varie tecniche.
A questo punto è un lottatore che non ha più niente a che fare con i vari rikishi delle divisioni inferiori.
La scalata è incredibile,e anche il prodigio in ascesa del Sumo,il giapponese Kisenosato,che più volte lo ha maltrattato nei tornei delle divisioni inferiori, inizia a subire la potenza del mongolo.
A gennaio 2004 è promosso nella divisioni Juryo(una specie di serie B del nostro calcio)...
Hakuho la surclassa incredibilmente...
nel giro di due tornei è già tra i grandi della divisione Makuuchi(il top del Sumo),inanellando nei primi 4 tornei risultati degni di un futuro Yokozuna: 12-3, 11-4, 8-7, 12-3 !
Dopo un altro 11-4 diventa il 351°Sekiwake della storia.
Nell'anno 2005 inizia ad essere chiaro che Hakuho sarà uno dei protagonisti del Sumo;
prende ancora 10 kg,arrivando ad un peso forma di 152.
Patisce il suo primo grave infortunio alla caviglia sinistra nel torneo di Nagoya;
come solo i grandi sanno fare,sfrutta l'infortunio per aumentare la potenza della sua forza,così che il 2006 sarà l'anno in cui la fenice bianca spiccherà definitivamente il volo.
35 vittorie in 3 tornei sono il suo biglietto da visita al rientro...ma più delle statistiche,impressiona la sua presenza e il suo carattere sul Dohyo;
sempre calmo,mai sopra le righe,con uno sguardo deciso e un fisico possente,queste qualità fanno dire all' Oyakata di Kokonoe che Hakuho possiede già il Sumo di uno Yokozuna.
La sua nomina precoce ad Ozeki,dopo la vittoria nel torneo di Maggio per 14-1,a soli 21 anni non crea alcuna contestazione,anche se è il 5°Ozeki del Banzuke 2006.
Fedele al suo carattere festeggia la promozione a Campione con discrezione e calma.
Sarà comunque il grande Yokozuna Asashoriu a tagliare per qualche tempo le gambe a Hakuho,e arriva ora anche un altro infortunio,più grave del precedente,al piede.
Sfrutta ancora una volta da campione il lungo periodo di inattività;
il 4°più giovane Ozeki della storia lavora per mesi sui fondamentali,senza perdersi d'animo,senza vacillare mai.
Sarà un lavoro che ripagherà ampiamente la fatica spesa,quando ci sarà da vedersela con un mostro di potenza e abilità come Asashoriu.
Inizia così il suo attacco al grado di Yokozuna.
Al debutto nel 2007 è titubante,il suo Sumo sembra in calo,ma termina comunque il primo torneo con un buon 10-5.
Tra lui e il grado di Yokozuna un muro che sembra invalicabile...un altro mongolo,in quel momento il n°1 del Sumo per carattere,personalità e grandezza...Asashoriu.
Nel primo torneo Asashoriu si sbarazza di Hakuho,ma nella rivincita Hakuho lo sorprende,tra un pò di malumore del pubblico,nello stesso modo in cui Asashoriu aveva sorpreso Chiyotaikai:
allo scontro iniziale,scartando di lato,evita l'impatto frontale con lo Yokozuna e gli fa mettere una mano a terra...questo lo farà avvicinare,per la seconda volta,alla possibilità di arrivare al massimo grado del Sumo.
Dopo la vittoria di Asashoriu nel torneo di Gennaio e quella di Hakuho in quello di Marzo si arriva al torneo di Maggio...
è il momento più duro e nello stesso tempo più felice di Hakuho;
Asashoriu,ancora scottato dal torneo precedente,freme dalla voglia di mettere fuori un pretendente al suo trono di re del Sumo;
Hakuho dal lato suo,diventato padre il 10 maggio stesso,si presenta al torneo rilassato,calmo e conscio della sua forza come non mai;
con una serie impressionante mette fuori tutti gli avversari,uno ad uno;
Alla fine sarà vittoria per 15-0 che gli spalancherà le porte al grado di Yokozuna che arriva a Luglio dello stesso anno.
E' il 69°Yokozuna della storia,all'età di 22 anni e 2 mesi,il 3°più giovane Yokozuna di tutti i tempi,dietro a Kitanoumi (promosso a 21 anni e 2 mesi e a Taiho
promosso a 21 anni e 3 mesi.
Nel 2007 vincerà i tornei di Settembre e Novembre.
Nel 2008 quelli di Gennaio,Luglio,Settembre e Novembre.
Nel 2009 Marzo,Luglio e Settembre.
Nel 2010 perde quello di Gennaio che sarà l'ultimo vinto da Asashoriu,poi vince tutti gli altri,Marzo,Maggio,Luglio e Settembre con incredibili 15-0,novembre con un 14-1
Nel 2011 vince a Gennaio e Maggio(Marzo non sarà disputato per il disastro del terremoto) e perde quello di Luglio.
La fenice bianca è nella leggenda del Sumo.
Il torneo di luglio con la vittoria di Harumafuji sembra lontano un secolo.
Il giapponese che era dato quasi per scontato come prossimo Yokozuna,visto anche che in Giappone non devono essere molto contenti di avere un solo "big",è invece franato clamorosamente in questo torneo di Settembre,di cui pubblicherò a breve i risultati e i video più spettacolari.
Ridimensionato quindi Harumafuji,Kaio ritirato a luglio,Kotooshu in crisi mistica ormai da un mare di tempo,rimane Baruto che però a me non piace proprio,col suo modo di lottare sempre così "statico" e prevedibile;
a tenere alto il Sumo,fuori dalle scene Asashoriu,rimane solo(e sempre)lui,Hakuho.
Figlio di un grande lottatore mongolo,vincitore della prima medaglia olimpica del suo paese,l'argento nella lotta libera a Messico '68,
Hakuho il cui nome è Davaajargal Munkhbat da giovanissimo ha un fisico gracile che lo porta a gareggiare con discreti risultati nel basket e nella corsa veloce;
ma evidentemente nel suo patrimonio genetico c'è la lotta,così all'età di 12 anni,anche sull'onda della popolarità paterna,tenta la via della lotta,e la sua scelta cade sul Giappone e sul Sumo.
Qui,sotto l'ala protettrice di un altro rikishi mongolo di buon livello,Kyokushuzan,che conosce l'abilità del padre,viene presentato a parecchi Oyakata,ovvero coloro che formano i giovani lottatori;
ma nessuno sembra interessato ad occuparsi di un ragazzino mongolo, magro,dal fisico gracile,che non spiccica neppure una parola di giapponese,tanto che, scoraggiato e deluso,Kyokushuzan è ormai deciso a rimandare il giovane in Mongolia.
A questo punto però,all'ultima spiaggia,il mitico Kyokushuzan,che evidentemente già vede nel suo protetto il futuro 69° Yokozuna della storia,approfittando di una cena abbondantemente inaffiata di alcool,riesce a far promettere,al suo ormai sbronzo Oyakata di Oshima,di far entrare nel Sumo il giovane...due giorni dopo Kyokushuzan si presenta,sorridente e fresco come una rosa,a reclamare quanto promesso dal suo Oyakata;
questi inviperito per la situazione e la figura,insulta in tutti i modi il suo rikishi che l'ha raggirato e fregato..ma lui,imperturbabile,non fa altro che ricordare al giapponese che ha fatto una promessa,che ha dato la sua parola...e che sta solo a lui decidere se onorarla o no...
Il giorno dopo,anzichè partire per un mesto ritorno in Mongolia,Davaajargal Munkhbat,entra nella beya Miyagino,per via di favori tra scuole.
Qui,il preparatore,vedendo la sua pelle pallida e ricordandosi per questo del grande Yokozuna Taiho lo chiamerà,d'ora in poi,Hakuho.
La storia della fenice bianca è cominciata.
Sotto la guida spietata dell'Oyakata di Miyagino,Hakuho comincia una crescita che nessuno si sarebbe mai immaginato.
Partendo dai suoi 175cm per 60 Kg a 16 anni,allenandosi come un pazzo,comincia a mettere su peso e muscoli in maniera incredibile.
Nonostante questo grande impegno termina il suo primo torneo nelle divisioni inferiori con un risultato di 3-4.
Siamo nel maggio del 2001...nessuno immagina che 5 anni più tardi,questo giovane lottatore sarà il 238°Ozeki della storia del Sumo.
Nello spazio di 3 anni Hakuho prende 16cm di altezza e 70kg di peso!!!
Insieme ad una potenza impressionante,affina una abilità di lotta superba,fatta di una padronanza fuori del comune delle varie tecniche.
A questo punto è un lottatore che non ha più niente a che fare con i vari rikishi delle divisioni inferiori.
La scalata è incredibile,e anche il prodigio in ascesa del Sumo,il giapponese Kisenosato,che più volte lo ha maltrattato nei tornei delle divisioni inferiori, inizia a subire la potenza del mongolo.
A gennaio 2004 è promosso nella divisioni Juryo(una specie di serie B del nostro calcio)...
Hakuho la surclassa incredibilmente...
nel giro di due tornei è già tra i grandi della divisione Makuuchi(il top del Sumo),inanellando nei primi 4 tornei risultati degni di un futuro Yokozuna: 12-3, 11-4, 8-7, 12-3 !
Dopo un altro 11-4 diventa il 351°Sekiwake della storia.
Nell'anno 2005 inizia ad essere chiaro che Hakuho sarà uno dei protagonisti del Sumo;
prende ancora 10 kg,arrivando ad un peso forma di 152.
Patisce il suo primo grave infortunio alla caviglia sinistra nel torneo di Nagoya;
come solo i grandi sanno fare,sfrutta l'infortunio per aumentare la potenza della sua forza,così che il 2006 sarà l'anno in cui la fenice bianca spiccherà definitivamente il volo.
35 vittorie in 3 tornei sono il suo biglietto da visita al rientro...ma più delle statistiche,impressiona la sua presenza e il suo carattere sul Dohyo;
sempre calmo,mai sopra le righe,con uno sguardo deciso e un fisico possente,queste qualità fanno dire all' Oyakata di Kokonoe che Hakuho possiede già il Sumo di uno Yokozuna.
La sua nomina precoce ad Ozeki,dopo la vittoria nel torneo di Maggio per 14-1,a soli 21 anni non crea alcuna contestazione,anche se è il 5°Ozeki del Banzuke 2006.
Fedele al suo carattere festeggia la promozione a Campione con discrezione e calma.
Sarà comunque il grande Yokozuna Asashoriu a tagliare per qualche tempo le gambe a Hakuho,e arriva ora anche un altro infortunio,più grave del precedente,al piede.
Sfrutta ancora una volta da campione il lungo periodo di inattività;
il 4°più giovane Ozeki della storia lavora per mesi sui fondamentali,senza perdersi d'animo,senza vacillare mai.
Sarà un lavoro che ripagherà ampiamente la fatica spesa,quando ci sarà da vedersela con un mostro di potenza e abilità come Asashoriu.
Inizia così il suo attacco al grado di Yokozuna.
Al debutto nel 2007 è titubante,il suo Sumo sembra in calo,ma termina comunque il primo torneo con un buon 10-5.
Tra lui e il grado di Yokozuna un muro che sembra invalicabile...un altro mongolo,in quel momento il n°1 del Sumo per carattere,personalità e grandezza...Asashoriu.
Nel primo torneo Asashoriu si sbarazza di Hakuho,ma nella rivincita Hakuho lo sorprende,tra un pò di malumore del pubblico,nello stesso modo in cui Asashoriu aveva sorpreso Chiyotaikai:
allo scontro iniziale,scartando di lato,evita l'impatto frontale con lo Yokozuna e gli fa mettere una mano a terra...questo lo farà avvicinare,per la seconda volta,alla possibilità di arrivare al massimo grado del Sumo.
Dopo la vittoria di Asashoriu nel torneo di Gennaio e quella di Hakuho in quello di Marzo si arriva al torneo di Maggio...
è il momento più duro e nello stesso tempo più felice di Hakuho;
Asashoriu,ancora scottato dal torneo precedente,freme dalla voglia di mettere fuori un pretendente al suo trono di re del Sumo;
Hakuho dal lato suo,diventato padre il 10 maggio stesso,si presenta al torneo rilassato,calmo e conscio della sua forza come non mai;
con una serie impressionante mette fuori tutti gli avversari,uno ad uno;
Alla fine sarà vittoria per 15-0 che gli spalancherà le porte al grado di Yokozuna che arriva a Luglio dello stesso anno.
E' il 69°Yokozuna della storia,all'età di 22 anni e 2 mesi,il 3°più giovane Yokozuna di tutti i tempi,dietro a Kitanoumi (promosso a 21 anni e 2 mesi e a Taiho
promosso a 21 anni e 3 mesi.
Nel 2007 vincerà i tornei di Settembre e Novembre.
Nel 2008 quelli di Gennaio,Luglio,Settembre e Novembre.
Nel 2009 Marzo,Luglio e Settembre.
Nel 2010 perde quello di Gennaio che sarà l'ultimo vinto da Asashoriu,poi vince tutti gli altri,Marzo,Maggio,Luglio e Settembre con incredibili 15-0,novembre con un 14-1
Nel 2011 vince a Gennaio e Maggio(Marzo non sarà disputato per il disastro del terremoto) e perde quello di Luglio.
La fenice bianca è nella leggenda del Sumo.
venerdì 16 settembre 2011
Zhang Zhuan
Letteralmente Zhan Zhuang dovrebbe significare “stare eretti come un palo” o anche “posizione dell’albero“.
Con questo termine nel TJQ si intende tutta quella parte di pratica che consiste nel mantenere varie posizioni in stato di immobilità(non è proprio così,ma per intenderci partiamo da questo presupposto).
Nella nostra scuola lo ZZ viene studiato praticando e mantenendo le posizioni della forma 37 di CMC,ed è la base di partenza dello studio,tanto che il primo anno si passa quasi interamente in postura fissa,con particolare attenzione alle prime 13 posizioni.
Le posizioni vengono mantenute con il peso sulle gambe nella situazione 0-100%;
una gamba è completamente piena,l'altra completamente vuota(anche qui non è proprio così,ma per intenderci partiamo da questo presupposto).
I benefici che porta la pratica costante di questo tipo di esercizio sono davvero prodigiosi;
il corpo si rinforza in maniera incredibile,le articolazioni si sciolgono e si aprono,il baricentro si abbassa,i muscoli,i tendini,i legamenti prendono flessibilità e forza,il sangue si pulisce,il sistema linfatico ne beneficia ecc.ecc.ecc..
La pratica costante nel tempo però,e questa non è per nulla semplice e facile da portare avanti.
Vediamo comunque da dove e come si comincia lo studio delle posture fisse,perchè deve essere chiaro che lo ZZ,come tutti gli altri esercizi,dalla forma al push hands libero,cambiano sempre mano a mano che si avanza nello studio.
La prima cosa che si insegna ad uno studente è :
"quella è la posizione,mantienila-stop-"...altre spiegazioni o altre "situazioni" da tenere a mente e su cui fare attenzione sarebbero,all'inizio dello studio, inutili se non dannose.
Sforzandosi di mantenere la posizione,senza alzarsi,senza scomporsi,senza spostare il peso da una gamba all'altra,lo studente comincia a disciplinare il corpo e sopratutto la mente,la volontà;
chi abbia provato a praticare lo ZZ con il M° M.Napoli sa benissimo cosa intendo...anche solo tenere per 2 minuti alcune posture è veramente duro,sia fisicamente che mentalmente.
Quando lo studente ha imparato a mantenere la posizione senza scomporsi più di tanto,senza distrarsi ed alzarsi,si può cominciare ad alzare i tempi di postura tentando di portarli sui 3 minuti almeno,questo sempre e per tutte le 13-14 posture.
Questo obiettivo dei 3 minuti dovrebbe raggiungersi in circa 6 mesi;
lo studente che è riuscito ad arrivare a questo traguardo in questo tempo inizierà "a sentire" il suo corpo;
volevo scrivere "inizierà a sentire il suo corpo in maniera diversa",ma invece credo sia più corretto scrivere proprio:"inizierà a SENTIRE il suo corpo";
quello che posso spiegare,che voglio dire di questo "SENTIRE",è che realmente si inizia a capire il senso del peso,dell'equilibrio e si inizia ad avvertire un leggerissimo aumento della pressione interna del corpo,che sarà poi quella che darà al corpo la possibilità di reggere urti ed impatti:
non è infatti la durezza in sè del muscolo o delle ossa che danno questa capacità,anche se concorrono,ma proprio la pressione che si crea all'interno del corpo(non è sbagliato immaginare un pneumatico in pressione).
Tornando allo ZZ,quando si è arrivati a questo livello di pratica,si possono seguire due strade:
una è quella di aumentare ulteriormente i tempi fino a tentare di arrivare ai 5 minuti;
la seconda è quella di cominciare a "cambiare" la nostra postura,mentre si tenta di aumentare(più lentamente) i tempi stessi di mantenimento;
sia chiaro che la pratica della postura deve "obbligatoriamente"iniziare a cambiare;
le due strade solo perchè si può preferire aumentare prima i tempi e poi iniziare a lavorare sul cambiamento,o tentare di lavorare subito su tutte e due gli obiettivi.
Ma cos'è questo cambiamento di postura?
esternamente direi che non cambia quasi nulla,e solo un occhio esperto può vedere le (sottili)differenze che ci sono:
diciamo comunque che,se fino ad ora è stato quasi un esercizio "passivo",nel senso che ci si obbligava "solo"a restare giù,in posizione,e l'obiettivo primario era non alzarsi,adesso la postura prende vita,diventa "attiva"...adesso il nostro obiettivo non è più solo mantenere la posizione,adesso è mantenere la posizione "lavorando";
lavorando significa che se sono,ad esempio,nella posizione 5,io non sto solo mantenendo il peso sulla gamba DX,ma sto spingendo un peso enorme,sto muovendo una massa pesantissima...se sono nella posizione 1 sto fermando questa forza che vuole spingermi via...stessa cosa nelle altre posizioni...
ci sono poi altre cose più sottili che però non è facile spiegare a parole;
ad esempio quando arriviamo a tenere 3,4,5 minuti posizioni "attive"posso garantirvi che mantenere la posizione senza alzarsi di un millimentro è quasi impossibile,non c'è nulla da fare,il corpo si alza perchè la fatica è veramente notevole...bene, a questo punto,entra in gioco lo studio attivo della posizione;
anzichè semplicemente "andare giù" per riprendere la posizione,si deve sì scendere,ma "caricando" per poi,nel momento in cui si emette la forza,fermarsi e tenere.
Non è semplice spiegare come ancora evolve la postura e la sua pratica,ma questi sono i primi consigli che mi sento di dare a chi vuole intraprendere ed approfondire lo studio dello ZZ.
Per mia esperienza posso dire che andare a fondo in questo tipo di pratica è davvero duro,e non sono molti quelli che riescono in questo aspetto del TJQ;
i problemi che lo studente si trova di fronte sono quelli di tutti gli esercizi della pratica "a solo":
1)enorme fatica fisica e mentale che aumenta con l'avanzare del livello,che di conseguenza porta al
2)rischio di scivolare piano piano in una pratica "comoda" e "rilassante" che non porterà da nessuna parte...basti vedere quanti praticanti dopo 20 anni di ZZ e/o forme,non hanno ottenuto nulla che non sia solo nella loro mente e fantasia.
Di contro i benefici che porta sono meravigliosi ed unici.
Con questo termine nel TJQ si intende tutta quella parte di pratica che consiste nel mantenere varie posizioni in stato di immobilità(non è proprio così,ma per intenderci partiamo da questo presupposto).
Nella nostra scuola lo ZZ viene studiato praticando e mantenendo le posizioni della forma 37 di CMC,ed è la base di partenza dello studio,tanto che il primo anno si passa quasi interamente in postura fissa,con particolare attenzione alle prime 13 posizioni.
Le posizioni vengono mantenute con il peso sulle gambe nella situazione 0-100%;
una gamba è completamente piena,l'altra completamente vuota(anche qui non è proprio così,ma per intenderci partiamo da questo presupposto).
I benefici che porta la pratica costante di questo tipo di esercizio sono davvero prodigiosi;
il corpo si rinforza in maniera incredibile,le articolazioni si sciolgono e si aprono,il baricentro si abbassa,i muscoli,i tendini,i legamenti prendono flessibilità e forza,il sangue si pulisce,il sistema linfatico ne beneficia ecc.ecc.ecc..
La pratica costante nel tempo però,e questa non è per nulla semplice e facile da portare avanti.
Vediamo comunque da dove e come si comincia lo studio delle posture fisse,perchè deve essere chiaro che lo ZZ,come tutti gli altri esercizi,dalla forma al push hands libero,cambiano sempre mano a mano che si avanza nello studio.
La prima cosa che si insegna ad uno studente è :
"quella è la posizione,mantienila-stop-"...altre spiegazioni o altre "situazioni" da tenere a mente e su cui fare attenzione sarebbero,all'inizio dello studio, inutili se non dannose.
Sforzandosi di mantenere la posizione,senza alzarsi,senza scomporsi,senza spostare il peso da una gamba all'altra,lo studente comincia a disciplinare il corpo e sopratutto la mente,la volontà;
chi abbia provato a praticare lo ZZ con il M° M.Napoli sa benissimo cosa intendo...anche solo tenere per 2 minuti alcune posture è veramente duro,sia fisicamente che mentalmente.
Quando lo studente ha imparato a mantenere la posizione senza scomporsi più di tanto,senza distrarsi ed alzarsi,si può cominciare ad alzare i tempi di postura tentando di portarli sui 3 minuti almeno,questo sempre e per tutte le 13-14 posture.
Questo obiettivo dei 3 minuti dovrebbe raggiungersi in circa 6 mesi;
lo studente che è riuscito ad arrivare a questo traguardo in questo tempo inizierà "a sentire" il suo corpo;
volevo scrivere "inizierà a sentire il suo corpo in maniera diversa",ma invece credo sia più corretto scrivere proprio:"inizierà a SENTIRE il suo corpo";
quello che posso spiegare,che voglio dire di questo "SENTIRE",è che realmente si inizia a capire il senso del peso,dell'equilibrio e si inizia ad avvertire un leggerissimo aumento della pressione interna del corpo,che sarà poi quella che darà al corpo la possibilità di reggere urti ed impatti:
non è infatti la durezza in sè del muscolo o delle ossa che danno questa capacità,anche se concorrono,ma proprio la pressione che si crea all'interno del corpo(non è sbagliato immaginare un pneumatico in pressione).
Tornando allo ZZ,quando si è arrivati a questo livello di pratica,si possono seguire due strade:
una è quella di aumentare ulteriormente i tempi fino a tentare di arrivare ai 5 minuti;
la seconda è quella di cominciare a "cambiare" la nostra postura,mentre si tenta di aumentare(più lentamente) i tempi stessi di mantenimento;
sia chiaro che la pratica della postura deve "obbligatoriamente"iniziare a cambiare;
le due strade solo perchè si può preferire aumentare prima i tempi e poi iniziare a lavorare sul cambiamento,o tentare di lavorare subito su tutte e due gli obiettivi.
Ma cos'è questo cambiamento di postura?
esternamente direi che non cambia quasi nulla,e solo un occhio esperto può vedere le (sottili)differenze che ci sono:
diciamo comunque che,se fino ad ora è stato quasi un esercizio "passivo",nel senso che ci si obbligava "solo"a restare giù,in posizione,e l'obiettivo primario era non alzarsi,adesso la postura prende vita,diventa "attiva"...adesso il nostro obiettivo non è più solo mantenere la posizione,adesso è mantenere la posizione "lavorando";
lavorando significa che se sono,ad esempio,nella posizione 5,io non sto solo mantenendo il peso sulla gamba DX,ma sto spingendo un peso enorme,sto muovendo una massa pesantissima...se sono nella posizione 1 sto fermando questa forza che vuole spingermi via...stessa cosa nelle altre posizioni...
ci sono poi altre cose più sottili che però non è facile spiegare a parole;
ad esempio quando arriviamo a tenere 3,4,5 minuti posizioni "attive"posso garantirvi che mantenere la posizione senza alzarsi di un millimentro è quasi impossibile,non c'è nulla da fare,il corpo si alza perchè la fatica è veramente notevole...bene, a questo punto,entra in gioco lo studio attivo della posizione;
anzichè semplicemente "andare giù" per riprendere la posizione,si deve sì scendere,ma "caricando" per poi,nel momento in cui si emette la forza,fermarsi e tenere.
Non è semplice spiegare come ancora evolve la postura e la sua pratica,ma questi sono i primi consigli che mi sento di dare a chi vuole intraprendere ed approfondire lo studio dello ZZ.
Per mia esperienza posso dire che andare a fondo in questo tipo di pratica è davvero duro,e non sono molti quelli che riescono in questo aspetto del TJQ;
i problemi che lo studente si trova di fronte sono quelli di tutti gli esercizi della pratica "a solo":
1)enorme fatica fisica e mentale che aumenta con l'avanzare del livello,che di conseguenza porta al
2)rischio di scivolare piano piano in una pratica "comoda" e "rilassante" che non porterà da nessuna parte...basti vedere quanti praticanti dopo 20 anni di ZZ e/o forme,non hanno ottenuto nulla che non sia solo nella loro mente e fantasia.
Di contro i benefici che porta sono meravigliosi ed unici.
venerdì 9 settembre 2011
forza e fajin,pratica "a solo" e in coppia
Parlare oggi di forza nel TJQ è un'arma a doppio taglio,per non dire un'impresa ai limiti del possibile...
Nel TJQ si usa la forza?
No non si usa forza...oppure sì ,si usa forza ,ma è una forza diversa,interna,superiore...
quando spingo allora posso usare la forza?
No,si spinge sfruttando la forza avversaria non la propria...
e se devo dare un pugno?Posso usare la forza?
No assolutamente,nel TJQ se devi copire non usi forza,devi usare il fajin,altrimenti non è TJQ...
Il famoso Fajin...
Fajin è senza dubbio,nel TJQ,una delle qualità,o meglio caratteristiche, più enfatizzate e più discusse tra i suoi praticanti.
Fajin,ovvero,in italiano,la capacità di rilasciare energia.
Benchè vi siano svariati modi per rilasciare questa energia,questa forza,nel TJQ quando si parla di fajin si intende normalmente e comunemente l'emissione “esplosiva” ,la capacità di concentrare questo rilascio di forza in pochissimo spazio e pochissimo tempo.
Ora,ci sarebbe da riflettere sul fatto che molti di coloro che parlano di fajin,dicono anche che nel TJQ non c'è uso di forza,e si prodigano molto nello spiegare quanto sia non solo inutile il tentare di aumentarla,ma addirittura dannoso per la pratica del TJQ;
questo mi crea un pò di problemi a comprendere il loro pensiero,perchè se non uso/creo forza,come posso sperare poi di rilasciarla?
Innanzitutto dobbiamo quindi capire che il primo passo per poter arrivare a padroneggiare il fajin è,ovviamente,avere energia/forza da rilasciare.
Una volta capito ed accettato questo fatto,possiamo andare avanti e vedere che nello studio del TJQ abbiamo,principalmente,due linee di pensiero riguardo i tipi di allenamento,che portano ad aumentare/accumulare forza;
quello della pratica "a solo" e quello della pratica a due(intesa,in questo caso, principalmente come pratica non collaborativa).
L'obiettivo comune che si pone,è riuscire ad arrivare ad un livello in cui il corpo ha ottenuto una così grande apertura,un così grande “allungamento” dei tendini,dei legamenti e delle fasce muscolari,un livello dove il corpo si sia così tanto rinforzato “stirandosi”,che saremo in grado di caricare energia,conservarla e rilasciarla;
dobbiamo creare nel corpo non solo una molla pronta per essere caricata,ma uno "spazio" nel quale la forza creata dal carico della molla può essere immagazzinata.
Mantenendoci sempre e solo nel campo del lavoro di aumentare/immagazzinare energia,credo sia corretto affermare che una pratica non nega l'altra,ma la integra;
e anche se nella nostra scuola si da senza dubbio più peso,e si considera superiore, la pratica di coppia rispetto a quella a solo,posso tranquillamente dire che una dura pratica di posture e forma porta grandissimi benefici ad un corpo che si appresti ad imparare un'arte di lotta come è il TJQ.
La prima differenza tra le due pratiche è nel loro carico di lavoro e nel diverso stress fisico e mentale che questo carico porta;
come se volessimo scalare una montagna,c'è chi procede per un sentiero che piano piano,tornante dopo tornante porta alla cima e chi,arrivato ai piedi della montagna,si rimbocca le maniche,tira un profondo respiro/sospiro,e parte per la scalata in parete.
Tutte e due possono rappresentare una o l'altra via,anche se la pratica di coppia tende,per forza di cose,molto di più alla scalata che non alla passeggiata...
La forma(e le posture fisse),nella prima fase del loro studio,servono ad esercitare-aprire-allungare le articolazioni del nostro corpo,per questo nei primi anni di studio noi integriamo la pratica a coppia,obbligatoriamente,con posture e forma;
cominciando dal polso,poi il gomito,fino alle spalle,e poi continuando dalle anche, alle ginocchia,fino alle caviglie,per concludere con la colonna vertebrale.
Questi sono i primi passi del lavoro "a solo" nello studio della forma,quelli che poi porteranno ad imparare a diventare forti e flessibili,quella che viene chiamata "via del rilassamento",TJQ parlando.
Praticanti più esperti di me e Maestri mi hanno confermato che si possono raggiungere alti livelli con la pratica costante della forma.
Ci sono però alcuni problemi che si nascondono in questo tipo di allenamento;
il più insidioso è che praticando continuamente da soli,o limitando gli esercizi in coppia solo a quelli collaborativi,si perde il contatto con la realtà,si rischia di perdersi nel lungo sentiero ad osservare i fiori,i prati,a discutere piacevolmente del più e del meno,dimenticandosi della vetta da raggiungere...
inoltre, quando anche la pratica della forma venga fatta in maniera davvero "pesante",e lo stress mentale e quello fisico aumentano in maniera considerevole è davvero duro mantenere ,mentalmente sopratutto,un livello alto di allenamento;
e anche quando questo avvenisse,si ha comunque sempre lo svantaggio,riferito all' ambito marziale, che certe "sottigliezze",certi accorgimenti e malizie,certe qualità tipiche di chi lotta,si possono imparare solo affrontando un avversario,scontrandocisi apertamente,apprenderle da soli è davvero duro,se non impossibile.
Nella pratica di coppia anche se si persegue lo stesso obiettivo,cioè creare una forza nel corpo mantenendolo flessibile,senza irrigidirlo,le cose sono un pò diverse,sono sia più facili che più difficili.
Ora abbiamo un compagno che,a seconda degli esercizi,crea una resistenza più o meno passiva,crea ostacoli,crea problemi,fino ad arrivare nella pratica libera dove tenta proprio di metterci i bastoni tra le ruote,scaraventandoci a terra o fuori dal cerchio.
Questo compagno,apparentemente così controproducente per noi,è in realtà però il nostro chiodo da parete,la corda che ci aiuta nella scalata,quella che ti impedisce di fermarti ad osservare quanto è bello il paesaggio;
se nella pratica della forma sono da solo,devo creare io le resistenze per poter aumentare la mia forza,con tutte le problematiche del caso,nella pratica a coppia ho uno “strumento”in mano,è lì la mia forza,è dentro il mo compagno che la mette a mia disposizione,per la mia crescita.
Nel Push Hands infatti si pratica con un avversario che tira e spinge,tenta di proiettaci e spazzarci;
essendo un training di grande impatto,porta un cambiamento del corpo,un rinforzamento più rapido della pratica a solo,per quanto corretta e dura possa essere;
insegna nello stesso tempo a muoversi,adeguarsi e reagire alla forza avversaria,insegna a capirla ,sentirla e gestirla,e impedisce il crearsi di falsi "miti" e salvaguarda il praticante dalle dannosissime "seghe mentali"...
se siamo costantemente spinti od atterrati il problema è lì,e non è non nella storia nè nella filosofia del TJQ che possiamo trovare la soluzione.
I problemi però si nascondono anche qui:
fatica fisica,difficoltà di tenuta mentale e momenti di scoraggiamento sono sempre dietro l'angolo...
e la fatica fisica, a volte,è davvero pesante...
Posso dire che 1 ora di esercizi di spinte valga almeno 4 ore di forma e posture,1 ora di cerchio da una pressione al corpo che ci vorrebbe 1 giorno passato a fare la forma in continuazione per avvicinarcisi.
Ma la forza che si ottiene da queste due pratiche è davvero la stessa?
Oppure è la pratica della forma e di altri esercizi simili,a dare la vera forza di cui si parla nel TJQ?
Gli esercizi di lotta danno un tipo di forza più grezza?
Nel TJQ infatti si parla e si fa differenza tra due tipi di forza,quella rigida “esterna” e quella flessibile,elastica, “interna”:
secondo me non è tanto una vera differenza tra due "tipi" di forza,ma più un diverso modo di usare la forza che il corpo possiede.
Ogni arte marziale possiede i suoi esercizi/metodi per aumentare la forza del corpo e il TJQ non fa eccezione a questa regola.
Nel nostro curriculum ad esempio,abbiamo le posture,la forma,gli esercizi di hindu wrestling,moltissimi esecizi di spinte e altri di pugni e colpi per finire con lo yoga;
tutti questi esercizi hanno lo scopo di creare la base,il corpo,e poi di aumentarne la sua forza.
Una precisazione riguardo i vari tipi di esercizi va tuttavia fatta:
sappiamo che il TJQ vede il corpo come se avesse 5 archi,2 sono le braccia,2 le gambe,e il 5° la spina dorsale.
Il TJQ tenta di potenziare questi archi mantenendoli inoltre “flessibili”.
Ci sono quindi esercizi più indicati e altri meno per poter creare un corpo che abbia l'abilità di colpire usando la forza in maniera flessibile,altri meno.
Allenamenti che portano a un eccessiva contrazione ed irrigidimento dei muscoli come ad esempio i push-up vanno correttamente bilanciati con esercizi che mantengano il corpo morbido,i muscoli,i tendini e i legamenti sufficientemente elastici e liberi di essere “caricati”,come ad esempio gli esercizi di spinta,lo yoga,le posture fisse e la forma stessa.
Non esiste migliore o peggiore,solo diverso.
La forza usata in maniera dura/rigida,supportata maggiormente dalle ossa,agisce in modo che quando si vuol colpire,si indurisce/chiude il corpo;
Immaginiamo di essere colpiti da un bastone:
la velocita più la durezza creano il danno,questa è la forza di “chiusura”;
e se un bastone ha un bel peso e una grande velocità nessuno può dire che non faccia un grande danno!!!
L'altro modo di esprimere la forza è chiamato “forza flessibile o elastica”,e proviene in maggioranza dai tessuti morbidi del corpo come i legamenti,i tendini,e le fasce muscolari:
abbiamo visto che questi tessuti elastici si possono stirare-allungare,per poter immagazzinare una forza/ energia.
Questo è il meccanismo usato per colpire quando parliamo di fajin;
Più il nostro corpo è capace di stirarsi,più sarà capace di caricare/accumulare forza,maggiore sarà la quantità di energia che verrà rilasciata.
Quando si parla di fa-jin,bisogna immaginare un arco, ben tirato/stirato, pronto a lanciare la freccia.
Il nostro corpo è l'arco,l'avversario la freccia.
Per imparare questo modo di colpire dobbiamo evitare di chiudere,indurire il corpo quando colpiamo,ma ad aprirlo e stirarlo in modo da poter usare questo tipo di forza flessibile.
Ci sono poi vari esercizi per imparare la tecnica di rilasciare forza in maniera esplosiva,una volta presa la forza e sviluppato un corpo capace di caricarla e immagazzinarla.
Mano a mano che si affina la tecnica si può tentare poi di portarla nel libero,dove se funzionerà, sarà veramente una grande qualità del praticante.
Nel libero infatti la forza di carica della molla viene (anche ed in parte)direttamente dalla forza dell'avversario:
rispetto agli esercizia a solo c'è il vantaggio che,non essendo per nulla facile creare artificialmente questa idea di caricare,senza le giuste indicazioni e correzioni si corre il rischio di praticare per anni forma ed altri eserzicizi "a solo" senza ottenere neppure un minimo dei risultati sperati;
c'è però anche una difficoltà maggiore perchè essere in grado di assorbire ed immagazzinare la forza di un avversario(specie nella lotta libera)non è,come si può ben immaginare,per nulla semplice.
In questa situazione infatti se si vuol fare/emettere fajin(in questo caso spingere/colpire l'avversario),la cosa più importante e difficile da apprendere è caricare il proprio corpo quando si è in fase di neutralizzare-cedere la spinta avversaria;
l'avversario spinge,noi neutralizziamo-cediamo caricandoci allo stesso tempo;
Tutti i Maestri che padroneggiano la capacità di emettere energia in maniera esplosiva,affermano che nel TJQ cedere e caricare si fanno allo stesso tempo.
Cedere da solo o caricare da solo sono tecniche inferiori,e questo non è molto semplice(direi quasi impossibile) da capire per chi esegue solo forme senza la pratica la lotta libera.
Qui sotto posto dei video di fajin;
il primo è del M° Zhang Lu Ping;
per me il più bel video di fajin che ci sia in giro,sicuramente uno dei più istruttivi per comprendere il significato di "stirare-allungare-immagazzinare-rilasciare"forza.
Possiamo vedere chiaramente come usi il corpo;
per nostra fortuna infatti non nasconde nulla,neppure nel carico,e il suo Fajin è davvero potente.
Il secondo è di Chen Yu,a me piace e secondo me è bravo,ma inferiore per potenza rispetto al primo.
Il terzo e il quarto non so cosa siano.
Nel TJQ si usa la forza?
No non si usa forza...oppure sì ,si usa forza ,ma è una forza diversa,interna,superiore...
quando spingo allora posso usare la forza?
No,si spinge sfruttando la forza avversaria non la propria...
e se devo dare un pugno?Posso usare la forza?
No assolutamente,nel TJQ se devi copire non usi forza,devi usare il fajin,altrimenti non è TJQ...
Il famoso Fajin...
Fajin è senza dubbio,nel TJQ,una delle qualità,o meglio caratteristiche, più enfatizzate e più discusse tra i suoi praticanti.
Fajin,ovvero,in italiano,la capacità di rilasciare energia.
Benchè vi siano svariati modi per rilasciare questa energia,questa forza,nel TJQ quando si parla di fajin si intende normalmente e comunemente l'emissione “esplosiva” ,la capacità di concentrare questo rilascio di forza in pochissimo spazio e pochissimo tempo.
Ora,ci sarebbe da riflettere sul fatto che molti di coloro che parlano di fajin,dicono anche che nel TJQ non c'è uso di forza,e si prodigano molto nello spiegare quanto sia non solo inutile il tentare di aumentarla,ma addirittura dannoso per la pratica del TJQ;
questo mi crea un pò di problemi a comprendere il loro pensiero,perchè se non uso/creo forza,come posso sperare poi di rilasciarla?
Innanzitutto dobbiamo quindi capire che il primo passo per poter arrivare a padroneggiare il fajin è,ovviamente,avere energia/forza da rilasciare.
Una volta capito ed accettato questo fatto,possiamo andare avanti e vedere che nello studio del TJQ abbiamo,principalmente,due linee di pensiero riguardo i tipi di allenamento,che portano ad aumentare/accumulare forza;
quello della pratica "a solo" e quello della pratica a due(intesa,in questo caso, principalmente come pratica non collaborativa).
L'obiettivo comune che si pone,è riuscire ad arrivare ad un livello in cui il corpo ha ottenuto una così grande apertura,un così grande “allungamento” dei tendini,dei legamenti e delle fasce muscolari,un livello dove il corpo si sia così tanto rinforzato “stirandosi”,che saremo in grado di caricare energia,conservarla e rilasciarla;
dobbiamo creare nel corpo non solo una molla pronta per essere caricata,ma uno "spazio" nel quale la forza creata dal carico della molla può essere immagazzinata.
Mantenendoci sempre e solo nel campo del lavoro di aumentare/immagazzinare energia,credo sia corretto affermare che una pratica non nega l'altra,ma la integra;
e anche se nella nostra scuola si da senza dubbio più peso,e si considera superiore, la pratica di coppia rispetto a quella a solo,posso tranquillamente dire che una dura pratica di posture e forma porta grandissimi benefici ad un corpo che si appresti ad imparare un'arte di lotta come è il TJQ.
La prima differenza tra le due pratiche è nel loro carico di lavoro e nel diverso stress fisico e mentale che questo carico porta;
come se volessimo scalare una montagna,c'è chi procede per un sentiero che piano piano,tornante dopo tornante porta alla cima e chi,arrivato ai piedi della montagna,si rimbocca le maniche,tira un profondo respiro/sospiro,e parte per la scalata in parete.
Tutte e due possono rappresentare una o l'altra via,anche se la pratica di coppia tende,per forza di cose,molto di più alla scalata che non alla passeggiata...
La forma(e le posture fisse),nella prima fase del loro studio,servono ad esercitare-aprire-allungare le articolazioni del nostro corpo,per questo nei primi anni di studio noi integriamo la pratica a coppia,obbligatoriamente,con posture e forma;
cominciando dal polso,poi il gomito,fino alle spalle,e poi continuando dalle anche, alle ginocchia,fino alle caviglie,per concludere con la colonna vertebrale.
Questi sono i primi passi del lavoro "a solo" nello studio della forma,quelli che poi porteranno ad imparare a diventare forti e flessibili,quella che viene chiamata "via del rilassamento",TJQ parlando.
Praticanti più esperti di me e Maestri mi hanno confermato che si possono raggiungere alti livelli con la pratica costante della forma.
Ci sono però alcuni problemi che si nascondono in questo tipo di allenamento;
il più insidioso è che praticando continuamente da soli,o limitando gli esercizi in coppia solo a quelli collaborativi,si perde il contatto con la realtà,si rischia di perdersi nel lungo sentiero ad osservare i fiori,i prati,a discutere piacevolmente del più e del meno,dimenticandosi della vetta da raggiungere...
inoltre, quando anche la pratica della forma venga fatta in maniera davvero "pesante",e lo stress mentale e quello fisico aumentano in maniera considerevole è davvero duro mantenere ,mentalmente sopratutto,un livello alto di allenamento;
e anche quando questo avvenisse,si ha comunque sempre lo svantaggio,riferito all' ambito marziale, che certe "sottigliezze",certi accorgimenti e malizie,certe qualità tipiche di chi lotta,si possono imparare solo affrontando un avversario,scontrandocisi apertamente,apprenderle da soli è davvero duro,se non impossibile.
Nella pratica di coppia anche se si persegue lo stesso obiettivo,cioè creare una forza nel corpo mantenendolo flessibile,senza irrigidirlo,le cose sono un pò diverse,sono sia più facili che più difficili.
Ora abbiamo un compagno che,a seconda degli esercizi,crea una resistenza più o meno passiva,crea ostacoli,crea problemi,fino ad arrivare nella pratica libera dove tenta proprio di metterci i bastoni tra le ruote,scaraventandoci a terra o fuori dal cerchio.
Questo compagno,apparentemente così controproducente per noi,è in realtà però il nostro chiodo da parete,la corda che ci aiuta nella scalata,quella che ti impedisce di fermarti ad osservare quanto è bello il paesaggio;
se nella pratica della forma sono da solo,devo creare io le resistenze per poter aumentare la mia forza,con tutte le problematiche del caso,nella pratica a coppia ho uno “strumento”in mano,è lì la mia forza,è dentro il mo compagno che la mette a mia disposizione,per la mia crescita.
Nel Push Hands infatti si pratica con un avversario che tira e spinge,tenta di proiettaci e spazzarci;
essendo un training di grande impatto,porta un cambiamento del corpo,un rinforzamento più rapido della pratica a solo,per quanto corretta e dura possa essere;
insegna nello stesso tempo a muoversi,adeguarsi e reagire alla forza avversaria,insegna a capirla ,sentirla e gestirla,e impedisce il crearsi di falsi "miti" e salvaguarda il praticante dalle dannosissime "seghe mentali"...
se siamo costantemente spinti od atterrati il problema è lì,e non è non nella storia nè nella filosofia del TJQ che possiamo trovare la soluzione.
I problemi però si nascondono anche qui:
fatica fisica,difficoltà di tenuta mentale e momenti di scoraggiamento sono sempre dietro l'angolo...
e la fatica fisica, a volte,è davvero pesante...
Posso dire che 1 ora di esercizi di spinte valga almeno 4 ore di forma e posture,1 ora di cerchio da una pressione al corpo che ci vorrebbe 1 giorno passato a fare la forma in continuazione per avvicinarcisi.
Ma la forza che si ottiene da queste due pratiche è davvero la stessa?
Oppure è la pratica della forma e di altri esercizi simili,a dare la vera forza di cui si parla nel TJQ?
Gli esercizi di lotta danno un tipo di forza più grezza?
Nel TJQ infatti si parla e si fa differenza tra due tipi di forza,quella rigida “esterna” e quella flessibile,elastica, “interna”:
secondo me non è tanto una vera differenza tra due "tipi" di forza,ma più un diverso modo di usare la forza che il corpo possiede.
Ogni arte marziale possiede i suoi esercizi/metodi per aumentare la forza del corpo e il TJQ non fa eccezione a questa regola.
Nel nostro curriculum ad esempio,abbiamo le posture,la forma,gli esercizi di hindu wrestling,moltissimi esecizi di spinte e altri di pugni e colpi per finire con lo yoga;
tutti questi esercizi hanno lo scopo di creare la base,il corpo,e poi di aumentarne la sua forza.
Una precisazione riguardo i vari tipi di esercizi va tuttavia fatta:
sappiamo che il TJQ vede il corpo come se avesse 5 archi,2 sono le braccia,2 le gambe,e il 5° la spina dorsale.
Il TJQ tenta di potenziare questi archi mantenendoli inoltre “flessibili”.
Ci sono quindi esercizi più indicati e altri meno per poter creare un corpo che abbia l'abilità di colpire usando la forza in maniera flessibile,altri meno.
Allenamenti che portano a un eccessiva contrazione ed irrigidimento dei muscoli come ad esempio i push-up vanno correttamente bilanciati con esercizi che mantengano il corpo morbido,i muscoli,i tendini e i legamenti sufficientemente elastici e liberi di essere “caricati”,come ad esempio gli esercizi di spinta,lo yoga,le posture fisse e la forma stessa.
Non esiste migliore o peggiore,solo diverso.
La forza usata in maniera dura/rigida,supportata maggiormente dalle ossa,agisce in modo che quando si vuol colpire,si indurisce/chiude il corpo;
Immaginiamo di essere colpiti da un bastone:
la velocita più la durezza creano il danno,questa è la forza di “chiusura”;
e se un bastone ha un bel peso e una grande velocità nessuno può dire che non faccia un grande danno!!!
L'altro modo di esprimere la forza è chiamato “forza flessibile o elastica”,e proviene in maggioranza dai tessuti morbidi del corpo come i legamenti,i tendini,e le fasce muscolari:
abbiamo visto che questi tessuti elastici si possono stirare-allungare,per poter immagazzinare una forza/ energia.
Questo è il meccanismo usato per colpire quando parliamo di fajin;
Più il nostro corpo è capace di stirarsi,più sarà capace di caricare/accumulare forza,maggiore sarà la quantità di energia che verrà rilasciata.
Quando si parla di fa-jin,bisogna immaginare un arco, ben tirato/stirato, pronto a lanciare la freccia.
Il nostro corpo è l'arco,l'avversario la freccia.
Per imparare questo modo di colpire dobbiamo evitare di chiudere,indurire il corpo quando colpiamo,ma ad aprirlo e stirarlo in modo da poter usare questo tipo di forza flessibile.
Ci sono poi vari esercizi per imparare la tecnica di rilasciare forza in maniera esplosiva,una volta presa la forza e sviluppato un corpo capace di caricarla e immagazzinarla.
Mano a mano che si affina la tecnica si può tentare poi di portarla nel libero,dove se funzionerà, sarà veramente una grande qualità del praticante.
Nel libero infatti la forza di carica della molla viene (anche ed in parte)direttamente dalla forza dell'avversario:
rispetto agli esercizia a solo c'è il vantaggio che,non essendo per nulla facile creare artificialmente questa idea di caricare,senza le giuste indicazioni e correzioni si corre il rischio di praticare per anni forma ed altri eserzicizi "a solo" senza ottenere neppure un minimo dei risultati sperati;
c'è però anche una difficoltà maggiore perchè essere in grado di assorbire ed immagazzinare la forza di un avversario(specie nella lotta libera)non è,come si può ben immaginare,per nulla semplice.
In questa situazione infatti se si vuol fare/emettere fajin(in questo caso spingere/colpire l'avversario),la cosa più importante e difficile da apprendere è caricare il proprio corpo quando si è in fase di neutralizzare-cedere la spinta avversaria;
l'avversario spinge,noi neutralizziamo-cediamo caricandoci allo stesso tempo;
Tutti i Maestri che padroneggiano la capacità di emettere energia in maniera esplosiva,affermano che nel TJQ cedere e caricare si fanno allo stesso tempo.
Cedere da solo o caricare da solo sono tecniche inferiori,e questo non è molto semplice(direi quasi impossibile) da capire per chi esegue solo forme senza la pratica la lotta libera.
Qui sotto posto dei video di fajin;
il primo è del M° Zhang Lu Ping;
per me il più bel video di fajin che ci sia in giro,sicuramente uno dei più istruttivi per comprendere il significato di "stirare-allungare-immagazzinare-rilasciare"forza.
Possiamo vedere chiaramente come usi il corpo;
per nostra fortuna infatti non nasconde nulla,neppure nel carico,e il suo Fajin è davvero potente.
Il secondo è di Chen Yu,a me piace e secondo me è bravo,ma inferiore per potenza rispetto al primo.
Il terzo e il quarto non so cosa siano.
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